Toti, Spinelli ai pm: «Ho dato soldi a tutti, ma pensavo fossero tracciati». L'ipotesi di una talpa tra gli investigatori genovesi

Tutti gli sviluppi dell'inchiesta di Genova

Giovanni Toti arrestato, le notizie aggiornate oggi 14 maggio.

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L'ipotesi di una talpa

La procura ha aperto un fascicolo per rivelazione di segreto d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta sul comitato d'affari e corruzione che ha portato all'arresto del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Il fascicolo, a carico di ignoti, è stato iscritto alla luce di quanto emerso dalle intercettazioni ambientali. 

È il 30 settembre 2020. I fratelli Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, Iscritti a Forza Italia in Lombardia e da ieri sospesi dal partito, vengono a Genova per incontrarsi con alcune persone della comunità riesina. A quell'incontro si avvicina un uomo con la felpa e il cappellino. «Viene riconosciuto in Umberto Lo Grasso (consigliere comunale totiano). Che dice a Italo Testa: »Vedi che stanno indagando, non fate nomi e non parlate al telefono …. Stanno indagando«. Per tutta risposta Italo Maurizio Testa afferma: »si lo so, non ti preoccupare …. L'ho stutato («spento» in dialetto siciliano, ndr)«. Questa condotta, scrive il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni, »appare in tal modo integrare il delitto di favoreggiamento personale, avendo il predetto - avvisando i fratelli Testa a non parlare al telefono essendo in corso indagini («stanno indagando») - fornito un aiuto in favore dei predetti ad eludere le investigazioni a loro carico«. Ma chi ha avvisato Lo Grasso? Una ipotesi è che vi sia appunto una talpa visto che Stefano Anzalone, totiano anche lui e indagato nell'inchiesta, è un ex poliziotto che ha dunque agganci tra le forze dell'ordine. L'altra ipotesi è che si possa trattare di una sorta di millanteria dello stesso Anzalone, che dopo le elezioni voleva togliersi di torno i fratelli Testa e non onorare le promesse fatte in cambio dei voti.

Toti: Piana, «è giusto non dimettersi, anzi non scappare»

«Per rispetto in primis dei liguri, del presidente Toti e degli inquirenti, è giusto non dimettersi, anzi è giusto non scappare, per portare avanti tutto quello che c'è da fare per la Regione Liguria». Lo dichiara il presidente ad interim della Regione Liguria Alessandro Piana a margine dei lavori del primo Consiglio regionale dopo l'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il presidente 'sospeso' Giovanni Toti. Il 24 maggio parteciperà alla posa del primo cassone subacqueo per la costruzione della nuova diga del porto di Genova? «Tutti i progetti che dobbiamo portare avanti, con coraggio li porteremo avanti. - replica Piana - Ciò che si dovrà finanziare, lo finanzieremo, perché deve prevalere il senso di responsabilità rispetto a cose più facili come ad esempio andarsene o farsi prendere dal nervosismo e dalla paura». 

Toti si prepara a interrogatorio pm, no dimissioni in vista

Se l'imprenditore genovese Aldo Spinelli 'scarica' la responsabilità sul governatore ligure Giovanni Toti, entrambi ai domiciliari con l'accusa di corruzione nell'inchiesta che ha provocato un terremoto nella politica locale, il presidente della Regione si prepara al confronto con i magistrati che da tre anni indagano su presunti finanziamenti illeciti e intreccio tra politica e imprenditoria. Assistito dall'avvocato Stefano Savi, Toti verrà ascoltato presto, difficilmente questa settimana, dai magistrati e fino ad allora non farà istanza al gip per chiedere la revoca della misura cautelare. Solo in caso di risposta negativa verrebbe valutato il ricorso al Riesame. Una scelta difensiva che viene ripetuta fin dalla prima ora e che esclude, per ora, dimissioni a stretto giro: solo dopo un confronto con le forze di maggioranza, non possibile stando ai domiciliari, il governatore potrebbe fare un passo indietro come chiesto dagli avversari politici. Sul fronte dell'inchiesta terminati gli interrogatori di garanzia, prosegue la sfilata dei testimoni.

Toti: Testa, il saluto romano era una goliardata

«Toti lo conosco da quando era coordinatore nazionale di Forza Italia. Noi non abbiamo mai chiesto posti di lavoro. Macchinario fascista. Chi ci conosce dice eresie. Io mi definisco antifascista e il saluto romano era una goliardata. Se vado in piazza Rossa, saluto con il pugno..." Così al termine dell'interrogatorio di garanzia,Arturo Angelo Testa, rappresentante della comunità riesina a Genova assieme al fratello Italo Maurizio. Entrambi sono tra gli indagati per corruzione elettorale aggravata dell'agevolazione mafiosa, nell'inchiesta che ha portato ai domiciliari il governatore Giovanni Toti. Mentre il fratello si è avvalso della facoltà di non rispondere, Arturo Angelo Testa ha risposto alle domande e attraverso il suo legale ha chiesto la revoca della misura cautelare. «Questa era una delle tante campagne elettorali Io non ho convinto nessuno dei tiesini, chi è di centro destra vota centro destra e chi è di centro sinistra vota centro sinistra - ha aggiunto- . Noi non siamo nè arrabbiati nè adirati» Prima di entrare al palazzo di giustizia Testa ha affermato di «non aver mai chiesto niente a nessuno».

Toti: Giovannini, «società chiamata a progettare futuro»

«La Liguria ha avuto e ha tante opportunità di sviluppo ma credo che proprio nei momenti di difficoltà e incertezza la società debba essere chiamata a progettare il proprio futuro. Poi saranno le forze politiche, magari in una nuova competizione elettorale, che sceglieranno come realizzarlo». Lo ha detto l'ex ministro alle Infrastrutture Enrico Giovannini oggi a Genova per il 6° forum per lo sviluppo sostenibile. Per Giovannini: «Queste incertezze non devono frenare discussioni importanti come quella del forum di oggi».

Toti: Cianci, «Tanta gente millanta aspetterei la sentenza»

«Ho dato ampia disponibilità e la continuo a dare alla magistratura. Sono a completa disposizione, se ci sono stati degli errori non lo so, sono certo che tanta gente millanta, aspetterei la sentenza, ho piena fiducia nella giustizia». Così il consigliere regionale Domenico Cianci (Lista Toti), indagato nell'inchiesta che ha portato agli arresti il governatore, nel primo Consiglio regionale della Liguria. «Ho avuto una visita a casa da parte della guardia di finanza, persone molto gentili e corrette, mia moglie non avendo persone in casa così presto si era molto spaventata, ma voglio ringraziare gli agenti della guardia di finanza della loro correttezza e cortesia - continua Cianci - Hanno verbalizzato che nella mia abitazione non è stato trovato niente e nell'elenco delle aziende che hanno avuto rapporti con la mia attività di amministrazione di condomini non c'è un'azienda che abbia mai lavorato in 45 anni con il mio studio». 

Toti: fratelli Testa anche in elezioni Torino e Treviglio

Le elezioni in Liguria ma anche quelle in Lombardia e Piemonte erano nel mirino di Arturo e Maurizio Testa, i fratelli indagati nell'ambito dell'inchiesta che ha terremotato la Regione Liguria e portato ai domiciliari il presidente Giovanni Toti. E' quanto emerge dalle carte depositate dopo gli arresti. «Già nelle prime fasi successive alle elezioni regionali della Liguria del 20 e 21 settembre 2020, i fratelli Testa si sono interessati ad ulteriori tornate elettorali - scrivono gli investigatori coordinati dai pm Federico Manotti e Luca Monteverde - in particolare ad elezioni amministrative comunali che si dovranno tenere nei prossimi mesi a Treviglio (BG), Torino e Genova». È il deputato Alessandro Sorte che, dopo il successo della cena elettorale a Genova, propone ad Arturo Testa di trovare «una sala per realizzare un evento similare in occasione delle elezioni comunali di Treviglio (BG), in programma nel mese di ottobre 2021». In una telefonata del 6 ottobre 2020, Angelo Arturo Testa dice a Sorte di aver trovato una sala da 120 posti, mentre, se ha bisogno di una sala più grande, bisognerà rivolgersi alla «Muratella», dove hanno una capienza di circa 150 posti. Nel corso della conversazione Sorte chiede: «ma, Arturo ma tu c'hai riesini anche a Treviglio?". Testa, dopo aver risposto affermativamente, precisa: «ma saranno una trentina». A febbraio è Luigi Stracuzzi, politico locale di Treviglio, a rivolgersi a Italo Maurizio Testa domandando: «hai qualche amico nel treviglianese? (...) io farò questa lista civica che correrà assieme alla maggioranza». Continuano i militari: «le elezioni amministrative di Torino si sono svolte nel mese di ottobre 2021. In data 17 maggio 2021 l'onorevole Sorte chiama Arturo Angelo Testa per chiedergli: «la tua comunità come è messa a Torino?" e ottiene la seguente risposta: «Come Genova, uguale.... Ti ho detto come a Genova, quindicimila sono a Genova e quindicimila sono a Torino»". Sorte prosegue: «allora puoi cominciare a muoverti che c'è... che quando ti vedo ti spiego... mettici un attimo la testa» e l'interlocutore risponde: «vediamo cosa cerchi e cosa vuoi vediamo di fare sempre il massimo».

Toti, Maurici «Ho passato la vita ad aiutare la gente»

«Ho fatto solo una vita ad aiutare la gente». Così Venanzio Maurici, l'ex sindacalista indagato nell'inchiesta che ha portato ai domiciliari il governatore Giovanni Toti, accusato di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra e destinatario dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria entrando a palazzo di giustizia per l'interrogatorio di garanzia.

Toti: Anzalone, mi affido con fiducia al lavoro dei magistrati

«Ho ricevuto un avviso di garanzia riguardante fatti relativi alla campagna elettorale regionale per azioni antecedenti e prossime alla data del 20 settembre 2020. Contrariamente ai processi in atto perpetrati da alcuni organi di informazione che, come già visto nel recente passato della nostra storia repubblicana emettono sentenze di condanna prima ancora che indagini e processi facciano il loro corso ponendo in atto una gogna mediatica, mi affido con assoluta e piena fiducia nel lavoro e nell'operato della magistratura». Lo dichiara il consigliere regionale Stefano Anzalone (Lista Toti) nel primo Consiglio regionale della Liguria dopo l'inchiesta che lo ha coinvolto e ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. «Resto in attesa che l'autorità svolga tutti gli approfondimenti di verifica e gli accertamenti per la ricerca della verità, - continua Anzalone - do la mia completa disponibilità ad incontrare gli organi competenti e confido che possa emergere da subito la mia completa estraneità ai fatti contestati ripristinando la mia onorabilità. Concludo ringraziando la mia famiglia che non mi ha mai fatto mancare l'affetto, i colleghi e i tantissimi amici che in queste giornate mi hanno testimoniato la loro vicinanza». 

Consiglio regionale Liguria, bagarre in aula

«Buffoni, buffoni» così alcuni cittadini presenti alla seduta odierna del Consiglio regionale ligure, il primo dopo l'arresto del governatore Giovanni Toti, hanno protestato durante l'intervento del consigliere di Fratelli d'Italia Stefano Balleari sul caso degli arresti che hanno sconvolto la politica ligure. Il presidente del Consiglio regionale Gianmarco Meduse ha chiesto poi di fare silenzio ed evitare la protesta.

Primo consiglio regionale dopo l'arresto di Giovanni Toti

«Ora o mai più, questa legislatura è finita - ha detto il capogruppo Ferruccio Sansa (Lista Sansa) prendendo il microfono per primo dalle fila dell'opposizione - La 'diga da 1,3 miliardi è per Spinelli', chi intercettato fa questa dichiarazione sulla più grande opera pubblica del Paese, non può più guidare la Regione». Prosegue la discussione in aula sull'inchiesta, sebbene all'ordine del giorno della seduta ci siano solo interrogazioni a risposta immediata, nessuna delibera di Giunta, la cui discussione è prevista nella prossima seduta. Intanto, si lamenta una segretaria degli uffici regionali: «ci stanno mandando di tutto» ha detto riferendosi alle email ricevute negli ultimi giorni da alcuni cittadini. 

Primo consiglio regionale dopo l'arresto di Giovanni Toti

È iniziato il primo Consiglio regionale della Liguria dopo l'inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti il cui banco è vuoto. Presenti in aula i consiglieri della Lista Toti Stefano Anzalone e Domenico Cianci, entrambi indagati. Il presidente dell'assemblea Gianmarco Medusei ha iniziato i lavori prendendo atto della 'sospensione' dall'incarico di Toti e della 'sostituzione ad interim' da parte del vicepresidente Alessandro Piana mentre davanti all'ingresso dell'assemblea si stanno radunando alcune decine di manifestanti per una iniziativa di protesta. «Assumerò l'incarico ad interim, lo farò con grande senso di responsabilità, nella consapevolezza del compito importante - ha detto Piana -. Esprimo innanzitutto un pensiero di vicinanza al presidente Toti, che ha sempre agito per il bene della Liguria e mi auguro venga fatta chiarezza nel più breve tempo possibile, l'attività della Regione Liguria proseguirà senza soluzione di continuità». 

Toti: talpa, aperto un fascicolo per rivelazione di segreto

È il 30 settembre 2020. I fratelli Arturo Angelo Testa e Italo Maurizio Testa, Iscritti a Forza Italia in Lombardia e da ieri sospesi dal partito, vengono a Genova per incontrarsi con alcune persone della comunità riesina. A quell'incontro si avvicina un uomo con la felpa e il cappellino. «Viene riconosciuto in Umberto Lo Grasso (consigliere comunale totiano). Che dice a Italo Testa: «Vedi che stanno indagando, non fate nomi e non parlate al telefono …. Stanno indagando». Per tutta risposta Italo Maurizio Testa afferma: «si lo so, non ti preoccupare …. L'ho stutato («spento» in dialetto siciliano, ndr)". Questa condotta, scrive il giudice per le indagini preliminari Paola Faggioni, «appare in tal modo integrare il delitto di favoreggiamento personale, avendo il predetto - avvisando i fratelli Testa a non parlare al telefono essendo in corso indagini («stanno indagando») - fornito un aiuto in favore dei predetti ad eludere le investigazioni a loro carico». Ma chi ha avvisato Lo Grasso? Una ipotesi è che vi sia appunto una talpa visto che Stefano Anzalone, totiano anche lui e indagato nell'inchiesta, è un ex poliziotto che ha dunque agganci tra le forze dell'ordine. L'altra ipotesi è che si possa trattare di una sorta di millanteria dello stesso Anzalone, che dopo le elezioni voleva togliersi di torno i fratelli Testa e non onorare le promesse fatte in cambio dei voti. 

Toti: talpa, aperto un fascicolo per rivelazione di segreto

La procura ha aperto un fascicolo per rivelazione di segreto d'ufficio nell'ambito dell'inchiesta sul comitato d'affari e corruzione che ha portato all'arresto del presidente della Regione Liguria Giovanni Toti. Il fascicolo, a carico di ignoti, è stato iscritto alla luce di quanto emerso dalle intercettazioni ambientali. 

Toti: Savi, «Su mascherine e dati c'era già ipotesi falso»

«Abbiamo chiesto di essere interrogati e i pm che stanno seguendo le indagini hanno un calendario piuttosto nutrito: si sentiranno tra loro per trovare una data e ce la comunicheranno». Lo ha detto il legale di Giovanni Toti stamani entrando a Palazzo di Giustizia. Per quanto riguarda «la notizia sulla sanità non so da dove sia uscita e chi l'abbia comunicata al pubblico perché negli atti non c'è traccia» mentre sulla questione delle mascherine e la comunicazione dei dati relativi ai contagiati «era un filone di tre-quattro anni fa che aveva portato a un'iscrizione per falso ma non ha avuto più seguito. A oggi nessuno ha comunicato nulla, nessun atto d'indagine ulteriore ci è stato comunicato». Sull'ipotesi dimissioni, Savi ha ribadito che «allo stato è un atto che non può essere assunto unilateralmente senza sentire gli altri protagonisti politici. Lo stato d'animo di Toti è quello di una persona che ritiene di dover spiegare una serie di fatti che hanno avuto una interpretazione». E sulle parole di Spinelli riportate oggi da alcuni quotidiani il legale ha sottolineato «non so cosa abbia detto, ma se così fosse è la dimostrazione che non c'era collusione tra Toti e Spinelli. Magari Spinelli aveva altre amicizie o altri canali». 

Legale Spinelli, nessuna richiesta di revoca dei domiciliari

Infine l'avvocato genovese ha sottolineato di non aver fatto richiesta di revoca della misura dei domiciliari: «Non la chiedo. Lui vorrebbe tornare in azienda ma non lo può fare e poi secondo me è prematuro, bisogna far andare avanti le cose». A chi gli chiedeva se fosse «scocciato di aver dato senza ricevere nulla in cambio», Vernazza ha risposto: «Lui dà sempre». 

Legale Spinelli, soldi a tutti ma pensava fossero tracciati

«Spinelli ha detto di aver finanziato tutti ma con sottoscrizioni elettorali che pensava fossero tracciate». Lo ha detto l'avvocato di Aldo Spinelli, Vernazza stamani davanti a Palazzo di giustizia a Genova aggiungendo che non farà ricorso «al Riesame perché non abbiamo una misura così afflittiva, non siamo in carcere». A chi gli chiedeva se una promessa elettorale non mantenuta consente comunque di configurare il reato di finanziamento illecito, Vernazza ha risposto che «esiste anche il reato di truffa per fare delle ipotesi... c'è da discuterne. Non mettiamo limite alle difese». 

Spinelli: «Preso in giro da Toti, pagavo tutti»

«Sono stato preso in giro da Toti». Lo ha detto l'imprenditore Aldo Spinelli rispondendo alle domande del giudice e del pm della Procura della Repubblica guidata da Nicola Piacente che gli contesta di aver pagato in tre anni tangenti per 75 mila euro a Giovanni Toti per ottenere favori e delibere. Le frasi sono riportate oggi dal Corriere della Sera e da altri quotidiani. «Ho dato finanziamenti sempre rispettando la legge a tutti, perfino alla Bonino che nemmeno conoscevo» ha aggiunto, e contro il parere del figlio Roberto - scrive il giornale milanese- come dice anche in un'intercettazione depositata agli atti.

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Il Mattino