Pochi spiccioli per taroccare passaporti e certificazioni sanitarie e introdurre, illecitamente, cuccioli di animali da compagnia in Italia. Un business da centinaia di migliaia...
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Un business insomma senza fine. Un traffico illegale a crudele. I carichi arrivano da Tarvisio su malandati furgoni, i cuccioli vengono smistati a Bologna, Roma e Napoli. Qui vengono immessi sul mercato campano attraverso due, tre commercianti.
Uno di questi carichi fu intercettato dalla Forestale nel 2012 con un blitz in un capannone del Nolano. Sequestrati 51 esemplari affidati in custodia giudiziaria alla Lav. Ora a distanza di quattro anni la sentenza del tribunale di Nola. Meglio tardi che mai. Si spera almeno possa scoraggiare l’illecita attività che, in vista delle festività natalizie, vede purtroppo incrementare richieste e offerte. E gli affari.
Il processo a carico di un noto commerciante di animali del nolano, già indagato per analoghi reati, si è concluso infatti con la condanna a un anno e mezzo di reclusione e tre mesi di interdizione dal commercio di animali. Traffico illecito di animali da compagnia, ricettazione e violazione di sigilli l’accusa. Il pm Renzulli nel 2012, dopo il blitz e il sequestro da parte degli agenti della Forestale di Roccarainola guidata all’epoca da Mirko De Rosa, affidò in custodia giudiziaria dei 51 cuccioli di varie razze alla Lav, che si costituì parte civile nel processo. Tutti furono adottati da famiglie affidabili.
«Siamo soddisfatti di questa condanna e lo siamo anche perché grazie a uno strumento processuale utilizzato per la prima volta dalla Procura di Nola è stato possibile “riscattare” gli animali e garantirne la permanenza in famiglia ancor prima della sentenza di condanna», commenta Ilaria Innocenti, responsabile LAV - Area Animali Familiari.
Analogo processo si apre ora presso il Tribunale di Torre Annunziata dove, sempre nel 2012, il Nucleo investigativo della Forestale guidato da Rosa Codella sequestrò altrettanti cuccioli illecitamente importati dall’est europeo. La speranza e che il processo si possa concludere positivamente con la condanna e la confisca definitiva dei cuccioli ora diventati adulti.
L’affido diretto a famiglie, in assenza di strumenti quali il deposito cauzionale, cioè il versamento di una cifra stabilita dall’Autorità giudiziaria che possa far si che gli animali rimangano per sempre nelle loro case, presenta delle criticità. In mancanza di tale procedura, infatti, che può essere disposta dall’Autorità Giudiziaria, in caso di dissequestro, prescrizione o assoluzione degli indagati, possibili anche dopo anni dall’inizio della vicenda giudiziaria, gli animali, ormai adulti, devono essere restituiti agli indagati stessi, separandoli dalle famiglie affidatarie. “Per questo motivo invitiamo la magistratura a seguire l’esempio di Nola, ma anche di Brescia, Roma e Firenze, che hanno scongiurato una possibile restituzione facendo in modo che né gli animali né gli affidatari subissero un traumatico distacco”, aggiunge Ilaria Innocenti della Lav.
Quel che però non ci stancheremo mai di ribadire è adottate non comprate: i canili soprattutto del Sud sono strapieni di cani e gatti di ogni età, taglia e razza. Salverete creature sfortunate e metterete fine al commercio spietato dei trafficanti senza scrupoli.
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Il Mattino