Traffico di migranti, condannati due napoletani in Slovenia

Traffico di migranti, condannati due napoletani in Slovenia
Il tribunale distrettuale di Lubiana ha condannato a pene detentive due cittadini italiani riconosciuti responsabili di traffico di migranti. La polizia slovena li aveva sorpresi...

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Il tribunale distrettuale di Lubiana ha condannato a pene detentive due cittadini italiani riconosciuti responsabili di traffico di migranti. La polizia slovena li aveva sorpresi lo scorso settembre nei pressi di Ivančna Gorica, lungo il confine fra Croazia e Slovenia, con sei migranti nascosti nell'auto. Secondo quanto riferito dai quotidiani Delo, Dnevnik e Slovenske novice, si tratta di due giovani originari di Napoli di 23 e 29 anni, condannati dal giudice Martin Jančar rispettivamente a due anni e nove mesi e due anni e un mese di prigione, oltre a una multa di 2.000 euro ciascuno e a un'istanza di espulsione per quattro anni al termine della pena.

Entrambi hanno confessato il reato. L'episodio ha avuto luogo il 12 settembre scorso, quando la polizia ha cercato di fermare un veicolo a bordo del quale, oltre ai due italiani, c'erano cinque cittadini del Bangladesh e uno del Pakistan, nascosti anche nel bagagliaio. L'organizzatore del trasporto, presumibilmente un pachistano, sarebbe stato pagato 4.000 euro ciascuno dai migranti per il trasporto da Velika Kladuša, località bosniaca al confine con la Croazia, in Italia. L'autista, il più giovane fra i due italiani, aveva tentato di aggirare il blocco degli agenti all'uscita dell'autostrada, ma dopo alcune manovre brusche si era scontrato con un'altra macchina della polizia che lo inseguiva.

Gli avvocati difensori di entrambi gli imputati hanno sottolineato che gli italiani sono solo l'ultimo anello della catena di un gruppo criminale di contrabbando, il che mostra tutta la portata di un traffico di profughi dalla Bosnia all'Italia ben organizzato, diversificato e redditizio. Secondo il Dnevnik, questa impostazione ha portato il giudice a comminare ai due italiani le pene più basse possibili. 

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Il Mattino