Trapani, in pensione ginecologo non obiettore: impossibile abortire

Trapani, in pensione ginecologo non obiettore: impossibile abortire
È andato in pensione l'unico medico non obiettore di coscienza dell'ospedale di Trapani, sola struttura pubblica della città. E alle donne che decideranno di...

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È andato in pensione l'unico medico non obiettore di coscienza dell'ospedale di Trapani, sola struttura pubblica della città. E alle donne che decideranno di interrompere la gravidanza non resta che andare fuori. Un caso denunciato dalla Cgil e dalla Uil che parlano di lesione palese di un diritto. La vicenda viene fuori sulle pagine di un quotidiano locale, dove si racconta che l'unico non obiettore dei sette medici del reparto di Ginecologia del Sant'Antonio Abate non è più in servizio. Restano i sei colleghi, tutti obiettori appunto. Ma le rappresentanti sindacali di Cgil e Uil, Antonella Granello e Antonella Parisi, non ci stanno e chiedono un incontro urgente al direttore generale dell'Asp Fabrizio De Nicola per aprire un confronto «sul problema dell'interruzione volontaria di gravidanza e sul potenziamento dei consultori».


«L'azienda sanitaria - scrivono le due sindacaliste - è tenuta a garantire alle donne che ne fanno richiesta il diritto all'interruzione volontaria della gravidanza stabilito dalle legge 194. Ciò che sta venendo meno a Trapani e in provincia è il principio di autodeterminazione delle donne a cui deve essere garantito il diritto libero e gratuito affinché possano scegliere autonomamente di diventare madri senza discriminazioni e a seconda delle condizioni personali di ognuna». Per le due sindacaliste, inoltre, c'è il rischio che col venir meno della possibilità di rivolgersi all'ospedale pubblico aumentino gli aborti clandestini. Allo stato, rendono noto i sindacati, a Trapani ci sono 600 richieste di interruzione volontaria di gravidanza all'anno.


«In questo modo - spiegano - si rischia di tornare indietro di 40 anni». Nel dibattito interviene il direttore sanitario dell'ospedale, Francesco Giurlanda. «Il medico che viene assunto - spiega - può in qualsiasi momento dichiararsi obiettore di coscienza». In ogni caso, secondo Giurlanda, si potrebbe ricorrere a una convenzione esterna con privati. Oppure rivolgersi ad altre strutture pubbliche. Quella più vicina è l'ospedale di Castelvetrano, piccolo centro distante da Trapani 80 chilometri, dove è possibile sottoporsi all'interruzione volontaria di gravidanza. Suggerimenti che non piacciono ai sindacati pronti a intraprendere iniziative a tutela delle donne.
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Il Mattino