Ferrovie dello Stato, a rischio gli abbonamenti per l'alta velocità: il Tar respinge il ricorso dei pendolari

Ferrovie dello Stato, a rischio gli abbonamenti per l'alta velocità: il Tar respinge il ricorso dei pendolari
Ogni azienda ferroviaria può decidere se proporre o meno ai viaggiatori gli abbonamenti per i treni ad alta velocità: così il Tar del Piemonte ha respinto il...

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Ogni azienda ferroviaria può decidere se proporre o meno ai viaggiatori gli abbonamenti per i treni ad alta velocità: così il Tar del Piemonte ha respinto il ricorso presentato da Federconsumatori e dal Comitato nazionale pendolari Alta Velocità per annullare la delibera dell'Autorità di regolazione dei trasporti che riconosce alle imprese di trasporto la possibilità di non istituire abbonamenti sui servizi ad alta velocità.


«L'attività - sottolinea il Tar - si svolge in regime di libero mercato, per cui ciascuna impresa ferroviaria operante nel settore effettua le proprie scelte commerciali autonomamente, in funzione della loro redditività, senza che esista o possa essere imposto uno specifico obbligo di offrire servizi in abbonamento». Nello stesso dispositivo, il Tar ha respinto anche il ricorso presentato da Trenitalia che contestava all'Autorità nazionale dei trasporti il potere di intervenire a regolare un'attività imprenditoriale. Per il Tar «il servizio ferroviario Alta velocità rimane comunque soggetto a regolazione in quanto servizio di pubblica utilità».

Una vicenda complessa. Il Nuovo Trasporto Viaggiatori (Ntv) da mesi ha già eliminato gli abbonamenti. E i pendolari e i loro comitati temono che alla luce della pronuncia del Tar giunta dopo mesi di attesa Trinitalia  possa seguire la stessa strada. Sul nodo abbonamenti, sono circa 10mila i pendolari in tutta Italia e di questi 4mila sono campani si era parlato dell'istituzione di un tavolo tecnico al ministro delle Infrastrutture per cercare di andare incontro alla categoria sempre più in aumento. Ma allo stato atttuale nessuna decisione sui pendolari dell'Av è stata presa. Ed anzi sono gli unici, allo stato attuale, a non poter detrarre i costi elevatissimi dell'abbonamento a differenza dei pendolari regionali e interegionali come previsto nella Manovra.


Delusi dalla sentenza i comitati e Federconsumatori. «Il primo commento che ci viene da fare  - spiega Grazia Mazzeo, del comitato Sa-Na-Rm  - è che la sentenza in pratica non da ragione nessuno, avendo rigettato sia il ricorso presentato da Trenitalia sia il nostro. La sentenza ci appare infatti alquanto contraddittoria nel momento in cui, da un lato, nel rigettare il ricorso presentato da Trenitalia definisce l'a.v. come un servizio di "pubblica utilità" e quindi regolabile da parte dell'Authority mentre poi, dall'altro, nel rigettare il nostro ricorso lo definisce come non rientrante nella nozione europea di "servizio di interesse economico generale", quando da sempre le due nozioni (nazionale l'una e comunitaria l'altra) sono in pratica identiche. In ogni caso la sentenza è chiara nel dichiarare che non esiste un diritto dei pendolari all'accesso ai servizi Av, potendo gli stessi prendere servizi dotati di comfort minori e ciò malgrado in giudizio abbiamo dimostrato, tabelle alla mano e portando il confronto tra il programma orario del 2008 e quello odierno, la sostanziale inesistenza di collegamenti interregionali sulle tratte occupate dall' Av.. Il  Comitato Nazionale Pendolari Alta Velocità  e Federconsumatori valuteranno  pertanto nei prossimi giorni l'opportunità di proporre contro la sentenza appello presso il Consiglio di Stato. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino