FIRENZE - In un periodo contrassegnato dalla crisi economica, la tredicesima è una boccata d'ossigeno per molti.Non certo per Francesca Lippi, 55 anni, insegnante precaria...
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Quando è arrivata la busta dal ministero dell'Economia e delle Finanze, «sono rimasta prima interdetta e poi incredula» dice la donna. Eppure tutto torna. Per lei, infatti, il totale della tredicesima è di 482,23 euro ma le ritenute per addizionale Irpef e addizionale comunale (la sua prima casa è in Abruzzo), oltre a quelle previdenziali, sono pari a 481,23 euro. Così nel suo conto entrerà esattamente 1 euro. «Mi sento presa in giro. Era meglio se mi dicevano che la tredicesima non mi spettava» prosegue. Una beffa che si aggiunge a quanto già sta subendo come tutti i suoi colleghi a chiamata con graduatoria d'istituto. Francesca ha infatti un contratto a tempo determinato dal 27 ottobre 2014 al 3 febbraio 2015. Per ora, però, non ha visto neppure una mensilità: «Ci hanno detto che verremo pagati a partire da gennaio. Speriamo sia vero». Lei è sposata e ha tre figli, «ma solo il più piccolo, 16 anni, vive ancora con me, gli altri sono ormai grandi. Io non ho grandi problemi ma molti miei colleghi vivono situazioni ben diverse dalla mia».
Nella scuola Francesca ha deciso di rientrare da qualche anno: «Vi avevo lavorato subito dopo il diploma. Poi, per motivi personali, mi sono spostata molte volte e ho iniziato a collaborare come giornalista con alcuni quotidiani. Anche in questo settore sempre e comunque come precaria» spiega sorridendo. «Lavoro 24 ore a settimana, come previsto dal contratto - conclude Francesca -. Non contavo certo sulla tredicesima ma una busta paga così non credevo fosse possibile». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino