Boom di assunzioni truffa, analisi dei profili social per far scattare la trappola

Boom di assunzioni truffa, analisi dei profili social per far scattare la trappola
False offerte di lavoro costruite ad hoc per incuriosire potenziali candidati, informazioni raccolte sui social, colloqui che si concludono con un'assunzione, richieste di...

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False offerte di lavoro costruite ad hoc per incuriosire potenziali candidati, informazioni raccolte sui social, colloqui che si concludono con un'assunzione, richieste di denaro e, quindi, il raggiro. In un periodo in cui trovare un impiego è sempre più difficile e la domanda è sempre più alta, la nuova frontiera delle truffe online è quella degli annunci personalizzati, ma fasulli, sfruttati per carpire informazioni, rubare dati e denaro e, a volte, addirittura per riciclare soldi sporchi. Una delle piattaforme prese di mira è LinkedIn, il social leader nello sviluppo di contatti professionali, ma i raggiri viaggiano anche su Facebook, Instagram, Subito.it, e tanti altri portali. 

Si parte con una fase di Information Gathering che permette di conoscere alcuni dati dei candidati, tramite una ricerca incrociata che viene effettuata su diversi social: età, luogo di residenza, studi, competenze, posizione lavorativa ricercata, abitudini, obiettivi. Il truffatore studia le vittime per settimane, poi entra in azione. In diversi casi come emerge da migliaia di inchieste condotte dalla polizia postale ruba l'identità digitale dei responsabili di aziende famose, sia dei vertici, come presidenti e amministratori delegati, sia di chi si occupa di personale e colloqui. Vengono quindi create delle offerte ritagliate su misura per la vittima. Poi, scatta il colloquio tramite social: Telegram, Skype, Zoom. Una videochiamata durante la quale il finto responsabile delle risorse umane sottopone il candidato a test e domande. 

Pensare a un imbroglio è difficile: il copione è stato preparato nei dettagli. La proposta è sempre allettante: il truffatore spiega che l'intenzione dell'azienda è quella di aprire una nuova filiale, guarda caso, proprio nella città in cui la vittima risiede, o nella quale si vorrebbe trasferire se ne avesse la possibilità. Il colloquio, ovviamente, viene brillantemente superato. Poco dopo, il candidato, che è al settimo cielo per avere finalmente trovato il lavoro dei suoi sogni, riceve una welcome letter su carta intestata dell'azienda nella quale viene richiesto di inserire dati personali e anche dati delle carte di credito e dei conti correnti, apparentemente necessari per l'accredito dello stipendio. Poi, arriva la richiesta di denaro: al neoassunto viene chiesto di acquistare un kit necessario per lavorare, che contiene attrezzatura, come computer, tablet, telefono aziendale, modem. Tutto falso: una volta effettuato il pagamento, il datore di lavoro sparisce nel nulla. Contattando l'azienda per avere informazioni, il candidato scopre di essere stato truffato e, oltre ad avere il conto in banca più leggero, si ritrova di nuovo disoccupato. 

Le truffe di questo tipo segnalate alla Postale solo nel 2021 sono migliaia: si contano più di 5.350 casi. Ma i numeri sono in crescita. Le modalità sono sempre le stesse, con leggere variazioni: a volte vengono proposti impieghi all'estero, per esempio in hotel di lusso situati proprio nella grande città dove la vittima ha sempre sognato di andare ad abitare. Altre volte i colloqui vengono addirittura fatti in lingua straniera, apparentemente per testare le abilità dei candidati. In certi casi, invece, dietro all'imbroglio ci sono vere e proprie organizzazioni criminali che hanno l'obiettivo di riciclare denaro sporco. Le vittime vengono nuovamente reclutate con annunci falsi. Ma, a differenza delle altre vicende, iniziano davvero a lavorare e percepiscono anche uno stipendio. O meglio: pensano essere state assunte da un'azienda prestigiosa ma, in realtà, sono al soldo di organizzazioni specializzate in operazioni illegali. La mansione dei neoassunti è quella di trasferire somme di denaro, effettuare acquisti e vendite. In realtà, si tratta di operazioni di riciclaggio illegali.

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Il Mattino