NEW YORK – Come difendere Donald Trump dalle scimmie del Taj Mahal? Una squadra speciale del servizio di sicurezza della Casa Bianca è arrivato in India, nella...
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La città e il famoso parco del mausoleo seicentesco sono invasi da centinaia di scimmie, da interi branchi con tanto di piccoli attaccati alle spalle delle mamme. I branchi sono numerosi e la fanno da padroni, tanto che donne e bambini nella città evitano di andare sui tetti delle loro case, che sono diventati territorio esclusivo degli animali.
I primati sono generalmente pacifici. Tuttavia ultimamente ci sono anche stati episodi di turisti aggrediti. Difatti intorno al Taj Mahal le guardie forestali sono armate di catapulte a mano, con le quali i singoli animali vengono facilmente tenuti a bada. Il rischio scatta quando arrivano in massa, e sono ben più difficili da tenere sotto controllo. E molti in città hanno espresso il timore che anche l’entourage di Trump possa diventare vittima di un attacco: «Sarebbe un disastro» ha detto un residente di Agra al sito India Today.
Il guaio è che chiunque vada in visita al Taj Mahal deve parcheggiare e percorrere gli ultimi 500 metri a piedi. Questo è un decreto della Corte Suprema indiana, al quale neanche il presidente americano può sottrarsi.
Tutta Agra sta tentando un’opera di abbellimento in onore della visita di Trump, che si è detto grande amico del premier Narendra Modi. Ad esempio per dominare i cattivi effluvi del fiume Yamuna, che è molto inquinato, vi è stata immessa acqua fresca. Per motivi di sicurezza è stato anche stabilito che durante la visita di Donald Trump lungo il suo tragitto verrà interrotto il servizio Wi-Fi e nessuno potrà uscire di casa.
Ogni programma per la sicurezza di Trump e della moglie Melania potrebbe scontrarsi però con l’imprevedibilità delle frotte di scimmie. Le guardie forestali della regione hanno avuto l’ordine dal governo centrale di fare di tutto per tenerle lontane dalla zona in cui il presidente, la moglie Melania, e il suo entourage si troveranno durante la visita, ma nel frattempo gli agenti del servizio segreto sono già in loco per discutere insieme agli esperti locali come difendersi in modo umanitario da possibili crisi “scimmiesche”. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino