MADRID - Prime ombre sul governo esemplare e senza macchia di Pedro Sanchez. Il neo ministro di cultura e sport, Maxim Huerta, giornalista e scrittore, era stato condannato a...
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Stando a quanto anticipato dal quotidiano on line, l’ispezione fiscale accertò nel 2012 che la società Almaximo Profesionales de la Imagen SL, di cui era titolare Huerta, aveva fatturato un totale di 798.521 euro, deducendo come spese per attività artistica ingiustificata 148.702 euro, con l’evasione iniziale di 218.322 euro. Il Tribunale superiore di giustizia di Madrid un anno fa rigettò il ricorso del giornalista, condannandolo al pagamento di una multa di 365.938 euro per i tre esercizi fiscali in questione.
«Questa vicenda non mi investe come ministro, ma come Maxim Huerta. E, come è accaduto a tanti giornalisti e creatori, fu dovuta a un cambio di criterio del Fisco, ho pagato le differenze dovute ed è finita lì. Non c’è stata mala fede», si è difeso oggi il noto volto tv in dichiarazioni ai media. Huerta ha riconosciuto che il premier socialista Pedro Sanchez era all’oscuro della macchia nel suo passato fiscale.
Nello tsunami di critiche che si è abbattuto sul neo ministro per la cultura e lo sport, il Partido Popular - mandato all’opposizione dalla mozione di censura presentata da Pedro Sanchez lo scorso 1º giugno contro Mariano Rajoy - reclama le sue immediate dimissioni. Anche Podemos esige un passo indietro, che però Maxim Huerta ha escluso.
«La sua situazione tributaria – annota El Pais - è simile a quella di molti artisti, presentatori, giornalisti e professionisti dello spettacolo, che hanno utilizzato imprese di facciata per ridurre la fattura fiscale». Ma la polemica non sembra destinata a rientrare, data l’esemplarità del governo dei migliori, audacemente femminista e con personalità indipendenti, nominato da Pedro Sanchez per la difficile traversata verso la fine della legislatura nel 2020 del monocolore socialista, che conta su soli 84 seggi dei 350 alla Camera. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino