La combinazione dei farmaci immunoterapici - che stimolano il sistema immunitario a combattere i tumori - può raddoppiare la sopravvivenza rispetto alle terapie utilizzate...
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Anche nel cancro del rene, dove la chemioterapia e la radioterapia si sono dimostrate poco efficaci, l'immuno-oncologia sta evidenziando risultati significativi: «Circa un terzo delle diagnosi avviene in stadio avanzato, con limitate possibilità di trattamento - spiega Sergio Bracarda, direttore dell'Unità di Oncologia Medica di Arezzo, Azienda Usl Toscana Sud-est -. Fino ad ora, il tasso di sopravvivenza a un quinquennio, nella fase metastatica o avanzata della malattia, non aveva mai superato il 12%. Con il farmaco immunoterapico nivolumab il 34% dei pazienti è vivo a cinque anni, ed i risultati ottenuti con la combinazione con altri farmaci aprono prospettive importanti». Inoltre, rileva Francesco Cognetti, direttore del Dipartimento di Oncologia Medica dell'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena di Roma, «la molecola imunoterapica nivolumab ha anche cambiato lo standard del trattamento del carcinoma polmonare non a piccole cellule. Oggi la combinazione di nivolumab e l'altro farmaco di immunoterapia ipilimumab ha il potenziale per migliorare i risultati già ottenuti, ed ha infatti mostrato un tasso di risposte pari al 47% rispetto al 9% con la chemioterapia».
«I passi in avanti nel trattamento di questa malattia registrati negli ultimi 5 anni sono senza precedenti - afferma Paolo Ascierto, direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma, immunoterapia oncologica e terapie innovative del 'Pascalè di Napoli - la combinazione delle due molecole è risultata più efficace rispetto alla monoterapia a base di vemurafenib. Questo sottolinea il ruolo fondamentale della combinazione di farmaci nell'aiutare i pazienti con melanoma a vivere più a lungo senza peggioramento». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino