«Chi si prende Istanbul, si prende la Turchia». Per Recep Tayyip Erdogan, la profezia usata per chiamare a raccolta i suoi nel voto amministrativo rischia di...
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Le metropoli e la classe media voltano le spalle al Sultano, che mantiene il controllo del Paese - ha il 51,6% in coalizione con i nazionalisti del Mhp - grazie al granaio di voti conservatori e religiosi dell'Anatolia e del mar Nero. Una nuova geografia che non a caso si delinea proprio nel momento peggiore per l'economia turca dalla crisi del 2001, che portò ad Ankara il Fondo monetario internazionale e spalancò a Erdogan i palazzi del potere. Dopo un quarto di secolo, la mappa della Turchia cambia colore. «Istanbul è rossa», proclamava in mattinata il suo nuovo sindaco del laico Chp, Ekrem Imamoglu, mentre ancora si attendevano i dati di seggi rimasti bloccati per tutta la notte. Per mettere la parola fine ai conteggi, decretando una clamorosa vittoria al fotofinish per 25 mila voti scarsi, ci sono volute più di 24 ore.
Eppure, non è detto che sia anche la parola fine sul voto. A più riprese accusato di brogli nelle scorse tornate elettorali, ora è l'Akp a denunciare manipolazioni di cui giura di avere le prove. I ricorsi sono già allo studio dei suoi avvocati e arriveranno alla Commissione elettorale suprema nelle prossime ore. Ma dopo lo stillicidio che ha accompagnato lo scrutinio sul Bosforo, con l'ex premier Binali Yildirim che domenica sera si dichiarava vincitore per poi essere costretto a fare un passo indietro, un nuovo rovesciamento metterebbe in ginocchio la credibilità del Paese. Già stamani, dopo i pesanti cali pre-voto, i mercati hanno reagito con nervosismo all'incertezza. E anche il Consiglio d'Europa si è detto «non pienamente convinto che attualmente in Turchia ci sia l'ambiente elettorale libero e giusto che è necessario per elezioni genuinamente democratiche in linea con i valori e i principi europei». Decisiva per l'elezione di Imamoglu - come per quella di Mansur Yavas ad Ankara - è apparsa l'indicazione di voto giunta dal filo-curdo Hdp, che non ha presentato candidati nelle grandi città proprio per non disperdere il consenso nel fronte dell'opposizione.
«Vincere in Kurdistan, far perdere l'Akp nelle metropoli», era la sua strategia dichiarata.
Il Mattino