Emanuele Scieri «fu ucciso in caserma, non fu suicidio» e dopo 20 anni verrà riesumata la salma del paracadutista di 26 anni trovato morto nella caserma Gamerra...
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Caso Scieri, arrestato ex commilitone per concorso in omicidio: «Fu nonnismo, lo hanno lasciato morire»
Parà morto in caserma, la commissione: «Non fu suicidio, fu aggredito prima di volare giù. Gravi atti di nonnismo»
Il 13 agosto 1999 Emanuele Scieri arrivò alla caserma Gamerra di Pisa, centro di addestramento della Folgore. Scomparve quella sera stessa e tre giorni dopo, il 16 agosto, il suo corpo senza vita venne trovato ai piedi di una torre dismessa usata per «sgonfiare» i paracadute. Nell'estate del 2018 si è registrata una svolta nelle indagini, dopo che il caso era stato archiviato come suicidio: la Procura di Pisa arresta un ex commilitone del 26enne di Ragusa, Alessandro Panella, caporale e capocamerata di Cerveteri (Roma) a cui era stato assegnato Scieri.
La pista da seguire sarebbe quella del nonnismo: secondo la commissione di inchiesta parlamentare, istituita nel 2016 e conclusa a dicembre 2017, nella caserma «avvenivano gravi atti di violenza, non riconducibili a semplice Goliardia».
Il fratello del parà: per noi è un'ottima notizia. «Per noi è un'ottima notizia perché, lo dico da medico, la medicina, anche quella forense fa progressi continui e ciò che si può rilevare oggi allora probabilmente non si poteva farlo, o comunque fu fatto in modo non corretto». Commenta così il fratello di Emanuele Scieri, Francesco, la decisione della procura di riesumare il cadavere per cercare eventuali riscontri alle ipotesi accusatorie.
«Ritengo che sia utile eseguire un nuovo esame medico legale sui resti - ha spiegato Scieri - perché oggi, anche alla luce delle risultanze della commissione parlamentare d'inchiesta, si possono cercare sulle mani e sulla gamba segni di eventuali traumatismi non compatibili con la caduta ma procurati da altri». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino