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C'è una cittadina di 35mila anime nel sud dell'Ucraina che sta cambiando la storia della guerra. Voznesensk è una città chiave, che permetterebbe all'esercito russo di tagliare fuori l'Ucraina dal Mar Nero, raggiungendo Odessa, il porto più grande del Paese. Ma i piani di conquista dei generali russi non sono andati nel verso giusto. L'esercito ucraino, supportato da un folto gruppo di eroici civili volontari, è riuscito a respingerli infliggendo loro anche gravi perdite.
«È difficile spiegare come abbiamo fatto. È grazie allo spirito combattivo della nostra popolazione locale e all'esercito ucraino», ha detto il sindaco di Voznesensk, Yevheni Velichko (32 anni), che ha parlato fuori dal municipio vestito con un vistoso giubotto antiproiettile. L'incredibile eroismo di questo villaggio, sta tenendo in piedi la linea di difesa di Zelensky e sta cambiando il volto della guerra.
Perché Voznesensk è così importante?
La resistenza ha inizialmente distrutto il ponte strategico, che avrebbe spalancato la strada ai tank nemici.
«È solo grazie a queste armi se siamo stati in grado di battere il nostro nemico qui - ha detto il sindaco alla "Bbc" -. E ringraziamo i nostri partner per il loro sostegno. Ma abbiamo bisogno di più armi. I convogli nemici continueranno ad arrivare», le sue parole. Voznesensk, cittadina nell'entroterra tra Odessa e Mikholaiv, è diventata cruciale dopo che i russi hanno dovuto rinunciare a un altro ponte verso il porto, situato più a sud. Le sirene antiaeree suonano di continuo e migliaia di volontari e militari arrivano ogni giorno per combattere contro i russi.
I cittadini eroi
I civili, tutti quelli in grado di combattere, sono ormai arruolati all'esercito e imbracciano regolarmente i fucili. «Come li abbiamo fermati? È stato uno sforzo colossale da parte dell'intera città», ha detto Alexander, un negoziante locale che si è filmato in prima linea con un AK47, mentre un altro volontario ha sparato una granata a razzo verso le posizioni russe.
«Abbiamo usato fucili da caccia, la gente ha lanciato mattoni e barattoli. Le anziane hanno caricato pesanti sacchi di sabbia. I russi non sapevano dove guardare o da dove sarebbe arrivato il prossimo attacco. Non ho mai visto la comunità riunirsi in quel modo», ha detto ancora Alexander. E più la resistenza combatte, più la violenza dei russi aumenta. Il sangue «sulla porta di casa», i feriti e i morti «sparsi nelle strade». Una brutalità senza paragoni, che non fa calare il morale di chi continua a combattere fiero davanti alla propria casa.
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Il Mattino