Kiev, la telefonata choc della moglie al soldato russo: «Ci serve un pc, ruba tutto ciò che puoi»

Ucraina, la telefonata choc del soldato russo con la moglie: «Ci serve un pc, ruba tutto ciò che puoi»
«Ho preso delle cose per te, dei cosmetici» «Amore mio, tutto per la famiglia, in fondo che uomo russo non ruberebbe tutto? Sophia andrà a scuola...

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«Ho preso delle cose per te, dei cosmetici» «Amore mio, tutto per la famiglia, in fondo che uomo russo non ruberebbe tutto? Sophia andrà a scuola presto, un computer le servirebbe, va avanti, prendi tutto quello che puoi» È il contenuto choc di una telefonata fra un soldato russo in Ucraina e la moglie in patria, intercettata dai servizi di sicurezza di Kiev. A riportarla la giornalista Ucraina del Kyev Independent Anastasiia Lapatina che ha diffuso su Twitter alcune conversazioni scatenando un'ondata di indignazione popolare.

«Loro sono ricchi, per questo combattono» 

Nella conversazione arrivata alla stampa sembra che la rapina ai danni degli ucraini sia la norma nei territori occupati e che il soldato russo sia molto sorpreso dal tenore di vita degli ucraini. La donna infatti domanda al marito se anche gli altri stanno depredando i negozi nelle aree occupate e il marito conferma, lamentandosi di non avere «un sacco» come i suoi commilitoni, per poter portar via più cose.

Poi il soldato descrive l'abitazione dove sta compiendo i furti ed esprime ammirazione per
gli inquilini: «Devono essere gente atletica, hanno un sacco di vitamine costose, anche le maglie da calcio sono incredibili..» e continua «Sono rimasto sorpreso dalla roba di qualità che hanno». Dopo queste parole, arriva il commento della moglie: «Pensa come vivevano loro e come viviamo noi, forse è per questo che combattono, mentre noi che schifo di vita facciamo?». 

Alla fine, il bottino di guerra è piuttosto magro: «Ti ho preso del makeup, poi ci sono delle scarpe da ginnastica, sono carine, numero 38, qui hanno roba di qualità... » dice l'uomo. «Vanno bene per Sophia» osserva la moglie che continua «hanno detto che tornerete presto». Il marito conferma, spiegando che dovrebbero passare per la Bielorussia e quindi per Smolensk. «Ma qui nessuno ci dice niente» conclude sconfortato.

 

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Il Mattino