Ucraina, è Usa contro Russia all'Onu: «Fabbricano prove per giustificare una guerra»

Ucraina, è Usa contro Russia all'Onu: «Fabbricano prove per giustificare una guerra»
Il bue che dice cornuto all’asino. «La Russia fabbrica prove per giustificare una guerra in Ucraina». Le...

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Il bue che dice cornuto all’asino.

«La Russia fabbrica prove per giustificare una guerra in Ucraina».

Le intenzioni di Antony Blinken sono buone, e sono dichiaratamente quelle di evitarla una guerra.

Ma la scena del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite è esattamente la stessa di un altro Segretario di Stato, tale Colin Powell, suo predecessore e “inventore” della guerra in Iraq, tra parole roboanti e soprattutto fialette finte.

Come non cogliere il parallelo, dunque.

Lo colgono di certo i diplomatici di Mosca, che tra i banchi dell’Onu quasi se la ridono.
Lo coglie anche, più in generale, una Comunità Internazionale che al di là delle ragioni di ciascuno, tra tensioni e rilanci, teme davvero il caos, lo scontro frontale di cui nessuno sarebbe in grado di prevedere le conseguenze.

E lo sottolinea lo stesso Blinken, proprio nello stesso discorso: «La posta in gioco va ben oltre l’Ucraina, è un momento pericolosissimo per la vita e per la sicurezza di milioni e milioni di persone ovunque». 

Per farla ancora più semplice, la posta in gioco è la pace.

Con Putin che non vuole la Nato alle porte di casa e con Biden che con gli indici di gradimento a picco non può permettersi di apparire più debole di quanto non sia già.
E così, tra finti ritiri di truppe e dichiarazioni sì e no di facciata, i rischi sono evidenti, specie nel malaugurato caso in cui dovesse scoccare una scintilla qualsiasi.

Sul ciglio del baratro.

Con la Casa Bianca che insiste con la previsione di un’invasione russa, addirittura fino a Kiev, oramai imminente.
E con il Cremlino che pubblica un documento di 11 pagine, addirittura nero su bianco, che bolla le attività militari occidentali come «allarmanti». Questo mentre porta a quota 190mila i suoi di militari, lungo il confine più caldo del mondo.

La verità è che nessuno si ritira e che il tavolo di questo braccio di ferro può saltare in ogni momento.

La lezioncina sulle prove fabbricate però, quella no.
Quella è ridicola e basta.

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Il Mattino