Ucraina, Putin attacca a Sud: ecco il piano dell’Occidente per salvare Kiev

Ucraina, Putin attacca a Sud: ecco il piano dell’Occidente per salvare Kiev
In una parola sola: escalation. In una domanda, invece: fino a quanto, fino a che punto? La Russia e la guerra in Ucraina,...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno

In una parola sola: escalation.
In una domanda, invece: fino a quanto, fino a che punto?

La Russia e la guerra in Ucraina, l’Occidente al bivio della Storia: Kiev è salva, e adesso?
E adesso serve un piano. Una decisione, appunto.

Abbassare i toni dello scontro militare e rialzare le quotazioni del confronto diplomatico. Oppure ambire apertamente alla sconfitta totale di Vladimir Putin. Con tutti i benefici ma soprattutto con tutti i rischi che ne conseguono, naturalmente.

E bisogna scriverlo a chiare lettere: rischi nucleari.

Perché per paradosso, ma neanche più di tanto, più il quadro si complica per lo “zar” e più lo stesso “zar” potrebbe essere tentato da un colpo di coda disperato.
Attaccare la capitale di Zelensky o addirittura attaccare l’Europa, che accanto a Zelensky orgogliosamente sfila. Prima con Ursula von der Leyen, poi con Boris Johnson. E, allargando il discorso oltre l’oceano, con gli analisti di mezzo mondo che già sussurrano il nome del prossimo…visitatore: Joe Biden.


In attesa del presidente americano sulla linea di confine tra i due blocchi, è proprio dalla Casa Bianca che passa ogni ragionamento.

Armi e sempre più armi è già stato detto.
E non soltanto per difendersi, ma pure per contrattaccare, com’è palese da certi risultati.

Armi pesanti, ma armi sufficienti?

Forse no perché, mentre la Nato incassa richieste di adesioni e blinda il perimetro orientale, a Washington si parla di interventi.
Di interventi diretti

Il dibattito è pubblico ed è agitato come in questi 50 giorni non lo è mai stato. Esacerbato dall’orrore perpetrato a danno dei civili, dal timore per la sopravvivenza dell’Ucraina come Stato-nazione, dalla sfida all’intero modello occidentale.

Qui siamo assai oltre la dimensione locale, insomma.
Qui siamo al faccia a faccia, forse persino definitivo, tra due società completamente diverse, quasi diametralmente opposte.
Stati Uniti ed Europa da una parte, Russia e Cina dall’altra.

Putin ha già deciso a che gioco (di morte) giocare, e lo ha già deciso da un pezzo, mentre continua a muovere truppe e mosse con fare lucido e spietato, tutt’altro che pazzo e malato.

Il prossimo obiettivo, ad esempio?
Tagliare fuori gli ucraini dal Mar Nero, assumendo il controllo di tutto il Sud, Odessa compresa.

Chi non ha ancora deciso, invece, sono Biden e lo “Zio Sam”.


La cui pazienza potrebbe saltare oramai in qualunque momento, letteralmente di botto, assieme al tavolo dei negoziati.  Leggi l'articolo completo su
Il Mattino