Ucraina, smantellata la statua dell’imperatrice Caterina II di Russia: polemiche tra i filorussi

Un addio tra le polemiche a un simbolo del passato

Ucraina, smantellata la statua dell’imperatrice Caterina II di Russia: polemiche tra i filorussi
Nella notte tra il 28 e il 29 dicembre, nel centro della città ucraina di Odessa, è stato demolito il monumento a Caterina II nella piazza intitolata proprio...

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Nella notte tra il 28 e il 29 dicembre, nel centro della città ucraina di Odessa, è stato demolito il monumento a Caterina II nella piazza intitolata proprio all’imperatrice russa.

Sebbene il nome ufficiale della statua sia una dedica «Ai fondatori di Odessa», il monumento a Caterina di Russia è diventato in questi mesi  «simbolo della discordia». Questo perché nella città portuale sul Mar Nero il monumento all’imperatrice russa è ormai visto come rappresentanza del potere della Russia e per questo molti cittadini hanno voluto rimuoverla.

Così il cittadino Oleksiy Matveev ha lanciato una petizione online – consultabile sul sito della «Rappresentanza ufficiale del Presidente dell’Ucraina» - per cambiare le cose. Nel documento si legge che «nell’Russia indipendente, è inaccettabile glorificare i nostri schiavisti. C'è un posto per i monumenti ai tiranni e agli assassini degli ucraini: nella discarica».

Dal 28 giugno è stato possibile firmare il documento digitale fino lo scorso 20 ottobre: bastavano 25 mila firme affinché l’appello fosse preso in considerazione dal presidente ucraino Zelensky il quale ha dichiarato che «Caterina II è una figura storica controversa le cui azioni hanno causato gravi danni alla statualità e alla cultura ucraine».

Un addio a Caterina tra le polemiche

La petizione ha superato il quorum ed è partito l’iter di rimozione. Lo smantellamento del monumento è iniziato alle 23:00 di mercoledì 28 dicembre ed è durato quasi tre ore. Il monumento fu eretto per la prima volta nel 1900 ed è costituito dalla scultura dell'imperatrice russa Caterina II e dei suoi collaboratori: Joseph Deribas, Franz de Volan, Grigory Potemkin e Platon Zubov. Nel 1922, dopo la presa di potere bolscevica, fu abbattuto. È stato restaurato e riaperto nel 2007. Le autorità intendono conservare i monumenti in un museo della città.

Nonostante ciò, non sono mancate le polemiche da parte dei cittadini filorussi: «L’imperatrice saprebbe cosa fare oggi», «È un simbolo storico e non si doveva rimuovere», «Gli ucraini sanno solo piangere». I pro-putin hanno contestato anche il parlamento ucraino: dopo la rivoluzione di Maidan del 2014, la Verchovna Rada ha approvato una legge di «decomunistizzazione» che prevedeva la rimozione delle statue di Lenin e di altre figure politiche sovietiche.

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Il Mattino