Una rabbia incontenibile per la perdita della nipote, un dolore insopportabile e un insopprimibile desiderio di vendetta: Bekir Nibiev, 55 anni, ha sparato contro i paramedici di...
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Sabato pomeriggio Nibiev, dopo aver fatto irruzione al pronto soccorso, ha sparato con un fucile da caccia contro un gruppo di paramedici in servizio: Irina Sukhanik, 30anni, è stata colpita al cuore ed è morta sul colpo, mentre Tatiana Katkova, 55 anni, è morta più tardi in seguito alle ferite allo stomaco. Vladimir Slanchak, 42 anni, è ancora ricoverato in gravi condizioni dopo essere stato colpito alla testa e al collo. Olga Zvonnik, un'infermiera che è stata ferita alla spalla, ha aiutato la polizia a ricostruire la dinamica dell'aggressione contribuendo all’identificazione del killer.
Secondo la ricostruzione dei media locali, l'uomo era inferocito per la morte, avvenuta tre settimane fa, della nipote 16enne: aveva la febbre alta ed era stata chiamata un'ambulanza per portarla in ospedale. Ma i paramedici, quando sono arrivati, non hanno ritenuto che il ricovero fosse necessario: poco dopo la ragazza ha avuto le convulsioni ed è morta a causa di un attacco di meningite acuta.
In preda a una rabbia accecante, Nibiev si è precipitato al pronto soccorso e ha cominciato a sparare per poi darsi alla fuga, lasciando la casa a bordo della sua Moskvich portando con sé solo il fucile e 200mila rubli. E lasciandosi dietro una scia di sangue e di morte che ha visto come vittime non i paramedici che avevano prestato soccorso alla ragazza, ma loro colleghi che non avevano nulla a che fare con la questione. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino