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SPOLETO - «Mia madre scoppiava di salute ed è stata uccisa dalla superficialità con cui ancora oggi molti affrontano il Covid. Vi prego: rispettate le regole». Sono parole che pesano come un macigno, ma che rappresentano anche un appello accorato e un monito, quelle della figlia di Patrizia Badiali, la maestra tanto amata e conosciuta a Spoleto, uccisa a poco più di sessant’anni dal virus, dopo un mese di battaglia. Maria Chiara, la figlia di Patrizia, è una donna forte e pragmatica, che nella vita svolge con passione e successo la professione di medico veterinario. Il suo, quindi, non è soltanto il grido di dolore di chi è stato privato ingiustamente di uno degli affetti più cari, ma anche un invito consapevole a rispettare regole che dovrebbero essere elementari e che invece, evidentemente, non lo sono.
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IL CONTAGIO
La signora Patrizia ha scoperto di essere positiva al Covid il 30 novembre, dopo aver avuto un contatto diretto con la titolare di un’attività aperta al pubblico che si sarebbe recata al lavoro con sintomi riconducibili al Covid, ma evidentemente sottovalutati. Insieme a Patrizia, altre persone appartenenti allo stesso cluster sono risultate positive. E se i primi 10 giorni di virus sono trascorsi senza troppe preoccupazioni, la situazione è crollata il 10 dicembre. Patrizia è stata ricoverata in Terapia intensiva, dove, dopo una breve parentesi in Medicina, è morta martedì scorso.
L’APPELLO
«Avrei voluto aspettare di più per scrivere questo post – scrive la figlia Maria Chiara su Facebook - ma poi ho pensato che un dolore e un mese vissuti così non si metabolizzano probabilmente mai.
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