Lo stralcio della stepchild adoption è un segnale di grande apertura, ma non è ancora sufficiente per garantire al disegno di legge Cirinnà i voti dei...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
l'esame del maxi emendamento, che è stato fissato immediatamente dopo il voto di fiducia, attorno alle 19, e dovrebbe proseguire fino alle 22.
Ma all'interno del Partito democratico, non mancano forti tensioni in merito allo stralcio. «Resterò coerente con quanto ho sempre detto. Nel momento in cui si dovesse approvare una legge senza la stepchild adoption, una una legge che non sarebbe degna di questo nome, tirerò le conseguenze e molto probabilmente lascerò il Pd», ha tuonato la deputata del Pd Michela Marzano. I nuovi paletti posti sul perimetro della Cirinnà dal Nuovo centrodestra, irritano non poco anche la minoranza dem. «Già togliere la stepchild adoption dal testo delle unioni civili è un errore. Altri cedimenti a Ncd sarebbero inaccettabili», ha ammonito Roberto Speranza. E anche Alessandro Zan mostra inequivocabili segni di nervosismo: «Ncd non tiri la corda: il maxi emendamento già stralcia la stepchild adoption. Modificare nel maxi emendamento anche gli articoli 2 e 3 del ddl Cirinnà significherebbe rendere la legge addirittura discriminatoria nei confronti delle coppie omosessuali e censurabile dalla Corte Costituzionale, e dunque non votabile. Un partito del 2 per cento non può ricattare l’intero Parlamento».
Nel caso il testo non dovesse essere messo a punto entro la fine della giornata, anche la questione di fiducia potrebbe essere rimandata a domani per alleggerire il pressing delle altre forze politiche che, Forza Italia in testa, hanno chiesto di poter procedere a un esame del maxiemendamento. E tuttavia, dal Nazareno arrivano segnali di chiusura: il ddl deve approdare a Palazzo Madama nel più breve tempo possibile. «Stasera dopo la fiducia al Milleproroghe saremo in Aula del Senato con il maxiemendamento, mettiamo la fiducia e votiamo entro domani», assicura il sottosegretario alle Riforme Luciano Pizzetti. E anche il vicesegretario del Pd Debora Serracchiani promette che non ci sarà «nessun rinvio sulle unioni civili. Questa sera presentazione dell'emendamento e domani fiducia. Nessun cambiamento ulteriore del testo ma solo piccoli aggiustamenti formali che confermano l'impianto. L'Italia aspetta da venti anni questa legge e domani in Senato faremo questo primo decisivo passo». D'altro canto, nonostante i paletti fissati dal ministro Lorenzin, l'alleato centrista sembra voler chiudere la partita senza ulteriori tentennamenti. «Non eravamo contro le unioni civili ma contro le adozioni e la equiparazione unioni-matrimoni», ha chiarito il leader di Ncd Angelino Alfano. Che ha aggiunto: «Sulla stepchild ci siamo. Spero che chi di dovere scriva un maxiemendamento che non tolga diritti ai soggetti della coppia ma preveda confini precisi tra unione e matrimonio». «La mia - ha precisato il ministro degli Interni - non è né una minaccia né un alzare il prezzo. Bisogna finire subito, mettere subito fiducia e chiudere entro domani. Abbiamo raggiunto un risultato togliendo dal campo le adozioni, che avrebbero aperto la strada all'utero in affitto». Sulle questioni di costituzionalità sollevate dalla collega Beatrice Lorenzin, Alfano ha poi aggiunto che «quanto al no alla equiparazione matrimoni-unioni», si tratta di una «questione di buon senso. È ad esempio inutile imporre un obbligo di fedeltà nell'unione civile».
La stretta finale sembra insomma vicina. Ma il leghista Calderoli traccia una roadmap meno stringente, che sposterebbe il voto finale a martedì prossimo. «Del resto, ormai, cosa cambia?», chiede il deputato del Carroccio. Un finale di partita tutto da seguire. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino