Si sono conosciuti quando erano poco più che bambini in un ospedale, all’istituto ortopedico “Rizzoli” di Bologna.. Tutti e tre accomunati da un...
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Negli anni 80 le cure erano ancora scarse, ma i ragazzi sono sopravvissuti. Come riporta "Repubblica" Michele fa l’impiegato amministrativo all’ospedale, Francesca lavora in un bar e ha due figli, mentre Ottavio opera presso il consorzio di bonifica. “C’era la chemioterapia bianca, la gialla e rossa – hanno ricordato -. Quelle erano le più micidiali. Nessuno di noi riesce a bere più una cedrata, un gingerino o una gassosa perché il ricordo va inevitabilmente a quelle dosi potentissime”.
“La scienza non aveva gli strumenti di oggi – hanno svelato -. Ci davano poche possibilità di vita, eppure abbiamo lottato e trovato persone speciali. Ora, per la prima volta dopo 33 anni, abbiamo deciso di ritrovarci per celebrare quello che per noi è davvero un anniversario di vita”. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino