Usa 2020, Biden a una settimana dal voto: «Sono superstizioso, non mi fido dei sondaggi»

«Sono superstizioso, non mi fido dei sondaggi». A una settimana esatta dal voto, è un Joe Biden molto umano...

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«Sono superstizioso, non mi fido dei sondaggi».

A una settimana esatta dal voto, è un Joe Biden molto umano e molto sincero quello che si presenta davanti alle telecamere della popolare trasmissione televisiva “60 Minutes” della rete CBS.

60 minuti, appunto, di parole franche che tratteggiano una sfumatura quasi nostra, quasi “napoletana”.

È avanti, persino di doppie cifre, in praticamente tutte le proiezioni, ma proprio per questo ostenta grande prudenza. Ancora ferito, come tutta l’America democratica, per lo shock di Hillary Clinton di un 2016 che a queste latitudini sembra ancora nell’aria.

È dichiaratamente scaramantico, insomma.

«Sono uno di quelli che “non è finita fino a quando non suona la campana”», afferma con tono grave, in un certo qual modo addirittura preoccupato. «Mi sento superstizioso riguardo a tutto ciò che non preveda una dura battaglia, uno scontro fino all’ultimo voto».

Grande realismo, dunque, e conclusione secca:

«Sono contento di dove siamo, ma guai a sottovalutare Trump».

Nel frattempo, il tycoon continua il suo tour più da rockstar che non da politico (etichetta che dichiaratamente odia, del resto) e batte ogni sera una località diversa.

Dal canto loro, circa 60 milioni di americani si sono già espressi. E, in quanto a cambiare idea per tutti quanti gli altri, il tempo che rimane è davvero agli sgoccioli.

C’è un ultimo dato importante, e per certi versi sorprendente, che riguarda il dossier dell’anno: secondo un ulteriore sondaggio, realizzato proprio in queste ore da CNN, il 60% degli intervistati boccerebbe Trump sul fronte della gestione della pandemia di Covid-19.

Un numero che mette il tycoon all’angolo, ma non alle corde. Specie se considerato un certo astio diffuso nel pubblico medio della stessa CNN. Una percentuale, cioè, che lo vede in svantaggio, ma non distrutto.

Quindi tanti errori e tanto scetticismo.

Ma partita tutt’altro che chiusa, oramai a una settimana dal triplice fischio.

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Il Mattino