Negli Usa di Biden c’è una nuova pandemia: l’inflazione

Negli Usa di Biden c’è una nuova pandemia: l’inflazione
Aumenta tutto. E aumenta di tanto. 6,2% negli ultimi 12 mesi. Il tasso più alto degli ultimi 30 anni. Come se non...

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Aumenta tutto. E aumenta di tanto.


6,2% negli ultimi 12 mesi. Il tasso più alto degli ultimi 30 anni.

Come se non bastasse la pandemia di Covid, sugli Stati Uniti di Joe Biden si abbatte un’altra “pandemia”: quella dell’inflazione.

Un fenomeno fotografato dalle ultime pubblicazioni dei dati ufficiali.
Un fenomeno di cui, tuttavia, gli americani si erano accorti già da un bel pezzo.

La spesa al supermercato, i galloni di benzina, le utenze di casa: tutto.
Tutto sparato alle stelle, tutto contro l’americano medio, appunto. Sofferente nell’economia dopo due anni di pandemia. Ora davvero alle corde. Specie nelle città notoriamente più care (New York e Los Angeles su tutte), ma anche altrove, praticamente ovunque.

Piove sul bagnato per il presidente. Coi sondaggi che gli danno addosso e coi repubblicani che rimediano così altra benzina da gettare sul fuoco del dissenso.

Tra i democratici e tra le mura della Casa Bianca, il capro espiatorio preferito resta proprio il coronavirus e più in generale il drammatico tempo che stiamo vivendo.

Ma la verità è più complessa e ha parecchio a che vedere con un mondo sempre più interconnesso, con la globalizzazione insomma.
Lo stesso Biden prova a spiegare che «Se chiude una fabbrica in Malesia, la vita negli Usa si fa più costosa».


Ma i cittadini chiedono risposte urgenti e le elezioni di metà mandato sono dietro l’angolo. Per non parlare delle presidenziali del 2024, attorno alle quali si addensano nubi nere. Perché è difficile, se non addirittura impossibile, immaginare un rimbalzo nei gradimenti di un uomo, oggettivamente anziano, che neanche intende ricandidarsi.

Con Trump che ancora scalpita dall’altra parte e con una politica a stelle e strisce, da destra a sinistra, tutta da reinventare, nello spazio di pochissimo tempo.

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Il Mattino