NEW YORK - I bambini, le gabbie, le fotografie dello strazio. Quelle strumentalizzate (alcune delle immagini che hanno fatto il giro del mondo risalgono ad anni e anni addietro),...
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All’indomani di una settimana che definire apocalittica veste un che di riduttivo, insomma, i numeri tengono e vanno persino su: il 42,3% degli elettori a stelle e strisce sta dalla parte del tycoon. Un dato, quello pubblicato dalla nota società di analisi FiveThirtyEight, in leggera risalita rispetto all’ultima rilevazione. Stabile invece il dissenso che si attesta attorno al 51,6%.
Duemila fanciulli strappati dalle braccia dei loro familiari, dunque, non sono stati sufficienti a scalfire una tendenza positiva che spesso trova il suo punto di origine proprio all’interno delle comunità degli stessi immigrati. Può sembrare un paradosso, ma non lo è. Perché quando Trump afferma di non essere disposto a concedere scorciatoie burocratiche a coloro che, talvolta utilizzando i bambini come uno strumento, superano il confine e scavalcano le richieste di accoglienza di chi vive sul territorio americano già da anni, incontra il plauso puntuale proprio di questi ultimi. Oltre che della destra meno incline a quella che lui stesso, furbescamente, non esita a definire «un’invasione». Una destra che, in particolare all’interno del perimetro del partito repubblicano, lo premia con un tasso di approvazione che sfiora il 90%.
Accanto a tutto questo, infine, c’è da tenere conto di un’economia robusta che continua a marciare su un sentiero di numeri da record.
E l’economia, si sa, a queste latitudini pesa più di qualsiasi ideologia.
Il Mattino