Dalla Camera al Senato, cosa succede adesso? Nulla. Via all’impeachment, comincia il processo a Donald Trump là...
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Nulla.
Via all’impeachment, comincia il processo a Donald Trump là dove la maggioranza è in solide mani repubblicane, là dove servirebbe un’inarrivabile pronuncia addirittura dei due terzi. E invece sono 53 del partito dell’elefantino contro 45 democratici e due indipendenti.
Numeri impossibili, in America lo sanno tutti.
Lo sa la sinistra che ha scelto la sua narrazione, ma non ancora il suo candidato.
Lo sa la destra che si arrocca, che incassa qualche critica e che non vede l’ora di liquidare l’intera faccenda.
Lo sa, neanche a dirlo, Trump che addirittura spera di cavalcare l’onda.
Di fatto, lo sta già facendo da mesi, recitando la parte (che gli riesce benissimo) della vittima, del martire, del presidente ultima speranza degli “ultimi” contro un sistema che vorrebbe proteggere se stesso defenestrando lui.
In attesa della giornata di martedì, che si preannuncia cruciale, l’unica complicazione è data dall’intervento del Government Accountability Office, una sezione investigativa del Congresso il cui compito è quello di valutare le mosse della macchina pubblica. Una sorta di Corte dei Conti che, senza mezzi termini, afferma che l’inquilino della Casa Bianca «ha violato la legge» trattenendo gli aiuti militari promessi all’Ucraina in cambio della richiesta di indagare sul figlio di Joe Biden.
Il virgolettato esplode come una bomba nel dibattito americano, anche perché l’organo è apartitico e indipendente, per quanto ovviamente Trump provi a sollevare sùbito dei dubbi di effettiva imparzialità.
Muro contro muro.
Sul fronte della condanna, si sa già come andrà a finire.
Sul fronte delle elezioni, se l’opposizione non cambia registro, pure.
Il Mattino