Usa-Russia, Biden incontra Putin a Ginevra: da «killer» ad «avversario degno»

Da «Killer» ad «Avversario degno», addirittura «Meritevole». Ci siamo, è giunto il...

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Da «Killer» ad «Avversario degno», addirittura «Meritevole».


Ci siamo, è giunto il momento: Joe Biden incontra Vladimir Putin.

Dopo la carrellata, prima europea e poi Nato, ecco che arriva il faccia a faccia più atteso.
Il presidente americano vola da Bruxelles a Ginevra, dove mercoledì, a mezzogiorno in punto, rappresenterà gli Stati Uniti chiusi in una stanza con la Russia.

Ma, dopo averlo distrutto in mille pezzi apostrofando in diretta televisiva lo “zar” con il termine «assassino», come si fa a ricostruire il tavolo della diplomazia?

Se lo chiedono gli sherpa, dell’una e dell’altra parte, chiamati a ricominciare praticamente da zero, specie all’indomani della fine dell’era Trump.

Se lo chiede lo stesso Biden, descritto da fonti a lui molto vicine come preda di una preparazione meticolosa e spasmodica, persino su ciascuna parola da dire o viceversa da omettere.

Se lo chiede di certo Putin, ma attorno a lui aleggia il consueto silenzio da ex-KGB.

Se lo chiede il mondo intero, insomma, il cui destino non può non dipendere anche dalla relazione complicata tra le due superpotenze.

Ce lo chiediamo tutti e adesso, finalmente, una vigilia di risposte.
Se non definitive, quanto meno di direttrici, di direzioni e di speranze.
Con il rischio che le aspettative, altissime, vengano facilmente disattese, magari schiantandosi contro il muro della realtà dei fatti.

I temi sono talmente tanti che si fa difficile elencarli.
Sicurezza, economia, commercio e dazi, ma anche la politica più scomoda e quindi la politica russa. Con la vicenda Navalny i cui timori di morte Biden già descrive come «una terribile tragedia», mentre gli fa eco proprio Putin che quasi lo sbeffeggia sottolineando di «non poter garantire che dal carcere esca vivo».

Diritti Umani, dunque. E più in generale tutto il modello occidentale contro quello russo (orientale) che non si sa neanche troppo bene come definire, se non dittatoriale, evidentemente autoritario.

Del summit non è ancora chiara la formula, con i rispettivi ministri degli Esteri Blinken e Lavrov comunque presenti e con ogni probabilità rispettivamente coinvolti.

Ma il centro della scena sono i presidenti, con la Comunità Internazionale alla finestra a guardare. 

A margine, nessuna conferenza stampa a due: al termine dell’incontro sarà Biden a raccontare ai giornalisti, agli alleati e al resto del mondo, com’è che sarà andata. 

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Il Mattino