Secondo i dati Istat, nel 2014 quasi 700mila persone hanno dichiarato di essere state vittime di un incidente domestico, nei tre mesi precedenti l’intervista: più di...
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Fra le mura domestiche, tuttavia, le ustioni avvengono quasi sempre in cucina, per contatto con oggetti bollenti; in base all’estensione della superficie cutanea interessata dall’ustione si parla di lesioni di 1°, 2° e 3°, con queste ultime che sono le più gravi. Nella valutazione dell’entità di un’ustione, in ogni caso, bisogna tener conto di diversi parametri quali la profondità, l’estensione, l’età del paziente e la prontezza e l’adeguatezza delle terapie effettuate. Che cosa fare appena ci si è scottati Quando capita di toccare una pentola bollente, il forno o di urtare involontariamente la piastra del ferro da stiro, la lesione risultante è di solito di grado variabile tra 1° e 3°. In questi casi è bene raffreddare l’ustione con acqua corrente, per almeno 15-20 minuti e poi non lasciare mai la lesione scoperta, ma coprirla con una medicazione asciutta e pulita.
Non si dovrebbero utilizzare neppure medicazioni topiche fino a quando non si valuta esattamente il grado dell’ustione con l’aiuto del proprio medico. Di solito nelle ustioni di 2° grado di può notare la formazione di bolle che dovrebbero essere lasciate intatte per almeno le prime 72 h successive all’incidente e poi incise con bisturi o comunque con materiale sterile dal personale sanitario competente. Ustioni superficiali «Una volta che ci si è accertati che si tratta effettivamente di un’ustione superficiale, nelle prime 72 ore è sempre consigliabile applicare un prodotto topico a base di antimicrobico, come può esserlo la sulfadiazina argentica con o senza acido ialuronico. Le ustioni superficiali tendono a guarire prima e meglio se le si mantiene in un ambiente umido: a questo scopo può essere utile usare delle garze di paraffina. L’importante nella gestione delle ustioni, in ogni caso, è l’evitare infezioni che possono portare a ritardi di guarigione, peggioramento degli esiti cicatriziali e a volte complicanze locali.
I rimedi della nonna? Dallo strofinare una cipolla, all’uso della patata cruda e raffreddata in frigo per ridurre il dolore, fino all’applicazione della buccia di banana o dell’albume dell’uovo montato a neve.
Il Mattino