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Il segreto, diciamo subito, è guardare l'incidenza di un fenomeno e non i numeri assoluti. Così si spiega l'effetto paradosso quello che a prima vista, scorrendo i dati sulla pandemia, ci fa sembrare più alto il numero dei contagi tra le persone vaccinate contro il Covid. Partiamo da grandezze misurabili, misurate e accertate: in Italia più della metà della popolazione ha ricevuto una doppia dose di vaccino, in cifre e percentuali vuol dire che oltre 28 milioni di persone sono in sicurezza e hanno completato il ciclo vaccinale (per l'esattezza sono 28.533.541 persone). Queste persone corrispondono al 52,83 % della popolazione italiana che ha più di 12 anni.
Covid, numeri e incidenza di casi: l'effetto paradosso
L'Istituto Superiore di Sanità, attraverso i suoi profili istituzionali, sta svolgendo da tempo un'efficace campagna di comunicazione sul coronavirus e sui vaccini. Informazioni utili non solo a chi non si è ancora vaccinato ma anche per chi ha già completato il ciclo. Per esempio, si ricorda che anche dopo essersi sottoposti alla vaccinazione bisogna continuare a osservare misure di protezione nei confronti degli altri, come la mascherina, il distanziamento sociale e il lavaggio accurato delle mani. Fino a quando sarà così? Fino a quando non ci sarà più trasmissione virale, dicono gli epidemiologici italiani ed europei (la fonte è l'ECDC) che da due anni stanno affrontando questa emergenza globale. Ecco cosa rispondono: «Ciò sarà necessario finché i dati sull’immunizzazione non mostreranno con certezza che oltre a proteggere sé stessi il vaccino impedisce anche la trasmissione del virus ad altri».
Come funziona una campagna vaccinale? Durante un'operazione complessa e capillare come un'immunizzazione di massa si verifica l'effetto paradosso.
Vuol dire che tanto vale non vaccinarsi? No. Bisogna vaccinarsi proprio perché ci si allea tutti contro un virus e lo si rende meno pericoloso. Per capire a che punto siamo, e avere la sensazione dopo il vaccino di star contribuendo all'immunità di gregge, bisogna guardare non tanto i numeri assoluti su contagi e ospedalizzazioni ma l’incidenza dei contagi. L'incidenza è il rapporto tra il numero dei casi e la popolazione: è il parametro che faceva scattare le zone colorate nelle regioni: la zona gialla era con 50 casi settimanali su 100mila persone.
Perché è importante l'incidenza? L'incidenza di casi Covid è circa dieci volte più bassa nei vaccinati rispetto ai non vaccinati.
«Attualmente sappiamo che la vaccinazione anti-Covid-19, se si effettua il ciclo vaccinale completo, protegge all’88% dall’infezione, al 94% dal ricovero in ospedale, al 97% dal ricovero in terapia intensiva e al 96% da un esito fatale della malattia. È quindi possibile ed atteso un limitato numero di casi di infezione, di ricoveri ospedalieri, di ricoveri in terapia intensiva e di decessi anche tra i vaccinati, in numero estremamente più basso se confrontati a quelli che si verificano tra i soggetti non vaccinati», si legge sul sito dell'Iss.
«Con l’aumentare della copertura vaccinale decresce il numero dei casi proprio per l’efficacia della vaccinazione: questo comporta che i pochi casi tra i vaccinati possano apparire proporzionalmente numerosi», spiegano gli scienziati dell'Iss.
I contagi sembrano perciò numerosi tra i vaccinati «solo perché la numerosità della popolazione dei vaccinati è molto più elevata di quella dei soggetti non vaccinati», si legge ancora. Questa è l'immagine che riportano per spiegare l'effetto paradosso:
Se si raggiunge l'immunità di gregge ci si protegge dal rischio di forme gravi della malattia, si proteggono le altre persone e poi si scongiura lo sviluppo di varianti resistenti al vaccino. Ecco cosa dice l'Iss: «Questo è un paradosso, atteso e ben conosciuto, che bisogna saper riconoscere per evitare preoccupazioni e perdita di fiducia nella vaccinazione. I sistemi di sorveglianza, inoltre, non rendono evidenti i casi di malattia evitati dalla vaccinazione ma fanno emergere solo quelli che si ammalano malgrado la vaccinazione. Il vaccino, quando somministrato con l’intero ciclo, è efficace a proteggere la popolazione. Tuttavia, va ricordato che più il virus circola, ad esempio, per una copertura vaccinale non ottimale in tutte le fasce di età e/o per il non rispetto delle restrizioni, maggiore è il rischio che il virus venga trasmesso a soggetti a rischio di malattia severa anche se vaccinata e favorire il fenomeno della comparsa di nuove varianti».
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Il Mattino