Una semplificazione, dopo mesi di polemiche sull'obbligo dei vaccini a scuola, era necessaria. Ed è arrivata, ieri, con un emendamento (al decreto fiscale collegato...
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La legge sui vaccini, approvata lo scorso 31 luglio, prevede come obbligatorie, per la frequenza in classe degli studenti fino a 16 anni, le dieci vaccinazioni previste. Senza vaccini quindi, per legge, non si possono frequentare le lezioni: i bambini di nidi e materne vengono espulsi, i ragazzi della scuola dell'obbligo dalle elementari alle superiori rischiano invece una multa da 100 a 500 euro. Il problema di questo primo anno di avvio della norma è tutto nella procedura che, in alcuni casi, ha creato non pochi problemi alle famiglie alle prese con il reperimento dei certificati vaccinali preso le Asl o con la compilazione delle autocertificazioni, da presentare alla scuola all'inizio dell'anno, in cui si assicura ala scuola di provvedere al vaccino dimostrando di aver già preso l'appuntamento con gli ambulatori della Asl.
Una giungla di date e appuntamenti da prendere, scadenze e liste d'attesa che non ha mancato di creare confusione tra le famiglie. Un avvio in salita che, comunque, era stato previsto tanto che, secondo i piani del decreto approvato a giugno, la semplificazione sarebbe dovuta arrivare nell'arco dei prossimi due anni.
Arriverà prima: grazie all'emendamento, sottoposto anche alla valutazione del garante della privacy, sarà effettiva già dal prossimo anno scolastico. Sarà possibile nelle regioni e province autonome già dotate di anagrafi vaccinali o che siano comunque in grado di effettuare la trasmissione dei dati sensibili nel rispetto della normativa sulla privacy.
A partire dall'anno scolastico 2018-2019, per il quale le iscrizioni partono dal 16 gennaio prossimo, le singole scuole potranno quindi dialogare con le Asl di competenza.
Tra le regioni ritenute pronte, ad oggi, ci sono ad esempio la Lombardia e la Liguria, l'Emilia Romagna, la Toscana e il Lazio che si sta adoperando con le singole Asl. Secondo la nuova procedura quindi le scuole inviano gli elenchi degli iscritti alle Asl che verificano poi quali sono i ragazzi sotto i 16 anni in regola con i vaccini e quali invece sono gli inadempienti.
Saranno infine le scuole ad avvisare le famiglie per mettersi in regola. «Con l'emendamento abbiamo messo a sistema una norma che, ora, può solo migliorare - spiega la deputata Simona Malpezzi, responsabile scuola per il Pd - ciascuno deve fare il proprio lavoro: la scuola stila gli elenchi e parla con le famiglie mentre la Asl verifica. Con la legge sull'obbligo, per cui siamo stati tanto criticati, abbiamo invece ottenuto un buon risultato per l'aumento dei vaccini e dell'informazione alle famiglie».
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Il Mattino