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Il vaccino Pfizer per i ragazzi «è esattamente lo stesso di quello somministrato in fasce di età più alta. Nei soggetti di 12-15 anni che hanno partecipato allo studio di Fase 3 si sono visti risultati molto promettenti, con un'efficacia del 100% e una risposta anticorpale molto robusta, superiore a quella della fascia 16-25 anni». Lo ha spiegato Valentina Marino, direttore medico Pfizer Italia a 'Che giorno è', su Rai Radio 1, all'indomani dell'avvio, da parte dell'Agenzia Europea dei Medicinali (Ema), della revisione dei dati sul vaccino Pfizer per la fascia 12-15 anni aggiungendo che «ieri l'Ema ha iniziato l'esame e le tempistiche che ci hanno dato sono di circa un mese, ma potrebbero essere anche più brevi. In linea di massima in 3 o 4 settimane avremo l'approvazione anche per questa fascia di età». «Vaccinare i giovani - ha precisato - potrebbe aiutare a limitare la diffusione del virus perché i ragazzi sono spesso asintomatici ma possono trasmettere il virus». La seconda dose «servirà assolutamente come per gli adulti» ma «stiamo studiando un vaccino monodose più maneggevole e più facilmente somministrabile».
I bambini piccoli
«A breve partirà uno studio» per la somministrazione del vaccino anti Covid di Pfizer anche «nella fascia di età 5-11 anni, subito dopo dai 2 ai 5 anni e infine da 6 mesi a 2 anni.
L'immunità
Rispetto ai tempi di produzione del vaccino Pfizer contro il Covid-19, «siamo già passati da 110 a 60 giorni per la produzione di una fiala e ci stiamo impegnando per ridurre addirittura di un terzo questi tempi», ha aggiunto Valentina Marino. Per quanto riguarda l'immunità, ha ricordato, «abbiamo dati su 6 mesi, a breve avremo i dati per ulteriori altri 6 mesi di osservazione degli individui arruolati nello studio. A breve potremo dire che l'immunità dura un anno, ma i dati scientifici certi per ora sono su 6 mesi e mostrano come l'immunità si mantiene in modo elevato. Sono in corso trial su pazienti fragili, sia adulti che sotto i 18 anni, sono una sottopopolazione che stiamo osservando attentamente». Infine, rispetto alle varianti, ha concluso Marino, «sicuramente abbiamo un'efficacia del 100% sulla variante inglese, di quasi il 100% su quella sudafricana, un efficacia ottima sulla brasiliana, mentre sulla variante indiana ancora stiamo studiando, non possiamo fare affermazioni certe».
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