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Non c’è due senza tre, una regola che sembra valere anche per il vaccino anti-Covid. In Israele hanno già cominciata inoculare la terza dose e presto anche l’amministrazione americana annuncerà l’intenzione di voler sottoporre al terzo richiamo chi ha più di sedici anni. Già in questa direzione hanno deciso di muoversi Francia e Germania. La terza puntura avverrà in questi Paesi dopo otto mesi dalla prima vaccinazione completa e riguarderà non solo i soggetti fragili ma tutta la popolazione. L’obiettivo è tenere alte le difese da possibili nuove varianti che in autunno potrebbero manifestarsi più forti della variante Delta.
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Terza dose, via libera da Fda
La Food and Drug Administration statunitense già la scorsa settimana ha annunciato il via libera alla terza dose di vaccino anche se per ora è stata riservata alle persone che hanno un sistema immunitario debole, per proteggerle dalla variante Delta. La decisione riguarda chi ha subito un trapianto o i malati oncologici, ma Anthony Fauci, direttore dell'Istituto per le malattie infettive americane, ha già spiegato di ritenere probabile che nei prossimi mesi ci sarà bisogno di un richiamo per tutti e non solo per i ‘fragili’.
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Pfizer, i primi dati
Nel frattempo Pfizer e BioNTech hanno annunciato di aver presentato all'agenzia statunitense Food and Drug Administration (Fda) i dati della sperimentazione a supporto della valutazione della terza dose di vaccino Covid per una futura autorizzazione di questo richiamo in persone dai 16 anni in su.
Terza dose in Italia
Nessuna decisione è stata ancora presa in Italia, ma il dibattito si è già aperto tra gli esperti che consigliano il richiamo ai soggetti più fragili. «Potrebbe servire a dare un boost, un potenziamento della risposta immunitaria, a chi ha già chiuso il ciclo», spiega Sergio Abrignani, membro del Cts e immunologo dell'Università di Milano. Meno dubbi li ha il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri che si augura venga resa possibile «in autunno per i soggetti più fragili».
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Il Mattino