Vaiolo delle scimmie, l'infettivologo: «Non ci sono cure né vaccini»

Non ci sono cure né vaccini per il vaiolo delle scimmie la cui letalità inferiore al 10%: a precisarlo è Massimo Galli, Presidente degli infettivologi della...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA FLASH
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
SCEGLI ORA
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Non ci sono cure né vaccini per il vaiolo delle scimmie la cui letalità inferiore al 10%: a precisarlo è Massimo Galli, Presidente degli infettivologi della Simit, la Società italiana di malattie infettive e tropicali, che interviene sul caso individuato a Londra dove è stato ricoverato un nigeriano in arrivo dall'Africa.


LEGGI ANCHE: Vaiolo delle scimmie in Europa: primo caso in Gran Bretagna

«La notizia del caso importato in Europa - aggiunge - rappresenta tuttavia una ulteriore testimonianza di come viaggi in aereo possano portare in poche ore malattie della foresta profonda alle grandi città del mondo industrializzato. Una rete attiva di specialisti in grado di riconoscere questa ed altre malattie infettive emergenti costituisce un irrinunciabile strumento di protezione per la popolazione tutta».

 

Il virus del vaiolo della scimmia è un Orthopoxvirus, appartiene cioè allo stesso genere del virus del vaiolo umano, da cui è però geneticamente piuttosto distante, spiega Galli. Scoperto nella scimmia nel 1958, è stato isolato nell'uomo nel 1970 in Zaire (oggi Repubblica Democratica del Congo-Drc), nove mesi dopo l'eradicazione in loco del vaiolo ottenuta con la vaccinazione, in persone con un'eruzione cutanea vescicolosa che mimava una forma attenuata di vaiolo umano.


Il serbatoio animale principale non è stato identificato. Sono implicate specie di scoiattoli, altri roditori e alcune scimmie. La letalità nei casi riportati in Africa è contenuta attorno all'1-3% e comunque inferiore al 10% ed è più alta nei bambini.


Nell'epidemia che nel 2003 ha interessato gli Usa, dovuta all'importazione di esemplari infetti di Cricetomys gambianus, un grosso ratto venduto come animale da compagnia, tutte e 81 le persone colpite hanno presentato una malattia di grado lieve e non si sono registrati decessi. Anche la probabilità di generare casi secondari (infezioni da uomo a uomo), che in Africa è risultata compresa tra il 3 e l'8 %, negli USA è risultata pari a zero.
Leggi l'articolo completo su
Il Mattino