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Accelerazione per la vaccinazione contro il vaiolo delle scimmie. E invito, a coloro che rientrano nelle categorie a rischio, a presentarsi per una dose di richiamo anche se già da bambini erano stati immunizzati contro il vaiolo. Ecco le nuove mosse del Ministero della Salute contro il monkeypox.
Saranno distribuite altre 9.840 fiale del farmaco “Jynneos” e la maggior parte saranno destinate alle regioni che hanno registrato il numero più alto di casi: il Lazio (1.320) e Lombardia (2.840). Nella nuova circolare firmata dal direttore generale della Prevenzione del Ministero della Salute, Giovanni Rezza, vengono date delle indicazioni che puntano ad accelerare: sarà possibile la somministrazione intradermica e da una singola fiala saranno ricavate cinque dosi da 0,1 ml. In totale, sono previste due somministrazioni a 28 giorni l’una dall’altra. Nella precedente circolare il Ministero della Salute aveva indicato le categorie di persone ritenute a rischio, di fatto uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini (ma questo non esclude che possa essere contagiata anche una persona eterosessuale).
Questa vicenda però introduce un’altra domanda. Fino ad oggi è stato detto che chi è stato vaccinato da bambino contro il vaiolo è protetto. In Italia questo tipo di vaccinazione è stata sospesa nel 1977 e abbandonata nel 1981. Un studio dello Spallanzani certifica che il 90 per cento di chi era stato immunizzato 40 anni fa reagisce al monkeypox con anticorpi, anche in quantità elevata. Il Ministero della Salute suggerisce anche a chi era stato vaccinato da bambino (e rientra nelle categorie con comportamenti a rischio), di presentarsi per una dose di richiamo che rinforzi l’immunizzazione. Su Emerging Infectious Diseases è stato pubblicato uno studio sui primi 255 casi di vaiolo delle scimmie in Italia realizzato da Ministero della Salute, Fondazione Kessler e Spallanzani. Ci sono solo due donne. Il 95 per cento dei pazienti maschi ha dichiarato di aver avuto rapporti sessuali con altri uomini. L’età media è di 37 anni, 25 riportano di essere stati alle isole Canarie. Il tempo di incubazione è a 9,1 giorni. Si registra un rallentamento della diffusione, forse effetto della maggiore prudenza causata dalle prime notizie sul virus.
LA CIRCOLARE IN PDF
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Il Mattino