VENEZIA - Impronte digitali e Dna. Così è stato riconosciuto il cadavere di Valeria Solesin, deposto assieme a tanti altri ancora senza nome all'istituto di Medicina legale...
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Come sia stata uccisa e in che preciso momento la 28enne studentessa veneziana non è ancora stato chiarito dalle autorità francesi. Una cosa appare certa: Valeria sarebbe fuggita verso l'uscita dopo aver capito che stavano sparando dentro al teatro, anticipando nella fuga il fidanzato e gli amici che erano con lei. In quel momento non ha pensato né alla borsa, né ad altro.
Ma, probabilmente, così facendo è andata incontro alla morte. La ricerca di notizie sul suo conto è stata resa difficile proprio a causa del fatto che con sè non aveva documenti. In casi come questo scatta una procedura che ha coinvolto le autorità diplomatiche italiane e quelle francesi.
L'ambasciatore italiano a Parigi, Giandomenico Magliano, e il console generale, Andrea Cavallari, nella serata di sabato, quando hanno ricevuto indicazioni dalle autorità francesi che le impronte digitali fornite erano quelle di uno dei corpi senza vita rinvenuti nella mattanza del teatro Bataclan, hanno convocato al Place Mazas il fidanzato di Valeria, Andrea e gli amici. In tarda serata è avvenuto il riconoscimento che è diventato ufficiale a conclusione delle procedure previste. La Procura di Roma ha aperto un'inchiesta che dovrà chiarire la dinamica dei fatti.
Nel frattempo ora ci sarà da avviare tutta la procedura burocvratica per il rientro della salma e per la data dei funerali. I famigliari di Valeria, che ieri sono rimasti a Venezia, dovrebbero recarsi a Parigi nelle prossime ore. Leggi l'articolo completo su
Il Mattino