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In Italia la circolazione della variante Delta (precedentemente denominata variante indiana) è al momento molto limitata. Nell'ultimo rapporto dell'Istituto superiore di sanità (Iss) la sua diffusione è stimata sotto l'1%, tuttavia cresce l'allerta e nuovi casi si stanno registrando in varie Regioni. L'attenzione è dunque massima ma una buona notizia arriva dal fronte scientifico: i vaccini funzionano e dopo due dosi dell'immunizzante AstraZeneca o Pfizer si riducono notevolmente i rischi legati a tale mutazione. La variante Delta sul territorio nazionale è dunque contenuta sotto l'1%, cosi come la cosiddetta nigeriana, tuttavia, si legge nell'ultimo rapporto Iss dell'11 giugno, «si segnala un recente aumento nella frequenza e diffusione di queste segnalazioni sul territorio nazionale. La maggior parte appartengono alla variante delta».
Casi in Lombardia e Sardegna - Gli ultimi casi sono stati segnalati in Lombardia e Sardegna. Sono 81 i casi di variante Delta finora rilevati in Lombardia, due ad aprile, 70 a maggio e 9 al 14 giugno. In questo mese di giugno si registra quindi una tendenza in calo. In Sardegna, invece, i casi segnalati sono 12. Anche in Alto Adige una persona è stata infettata dalla variante Delta del virus e si trova attualmente in terapia intensiva. Non c'è dubbio, ha avvertito il presidente della Conferenza delle Regioni Massimiliano Fedriga, che «sulla variante indiana è necessario avere la giusta attenzione e precauzioni: i primi studi dalla Gran Bretagna dimostrano che i vaccini, sulle ospedalizzazioni e quindi sull'aggravamento della malattia, sono molto efficaci ma allo stesso tempo è vero che i vaccini sono un poco meno efficaci per quanto riguarda la possibilità di contagiare altre persone».
Variante Delta dominante in Scozia
Tanto che è già presente in 74 Paesi ed è divenuta la variante dominante in Scozia, oltre ad essere responsabile del nuovo aumento di casi in Gran Bretagna, mentre in Francia è segnalata dal 2-4% dei tamponi esaminati, l'equivalente di 50-150 nuovi casi al giorno. Insomma, l'allerta è alta ma rassicurano le notizie relative all'efficacia dei vaccini. Uno studio dell'Università di Edimburgo e del Public Health Scotland, recentemente pubblicato sulla rivista Lancet, dimostra infatti che due dosi del vaccino Pfizer o di quello AstraZeneca riducono il rischio di infezione e ricovero a causa di questa variante, ma in percentuali diverse: due settimane dopo la seconda dose, il vaccino Pfizer offriva una protezione del 79% contro il ceppo Delta (e del 92% contro la variante Alfa).
Il tema del mix di vaccini
Per le due dosi del vaccino AstraZeneca, invece, c'era una protezione del 60% contro la variante Delta (e del 73% per la variante Alfa). Inoltre, ulteriori nuovi dati di 'real world' (ovvero del mondo reale sulla popolazione dei vaccinati) dell'autorità sanitaria britannica Public Health England, pubblicati in pre-print, hanno dimostrato che 2 dosi di vaccino AstraZeneca sono efficaci fino al 92% contro il ricovero in ospedale a causa della variante Delta e non hanno mostrato decessi tra i vaccinati.
Variante Delta, riaperture rinviate in Gran Bretagna al 19/7. Johnson: «Siamo preoccupati»
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Il Mattino