Scuola, Vaticano benedice smartphone in classe: «Non sono il demonio»

Scuola, Vaticano benedice smartphone in classe: «Non sono il demonio»
Il Vaticano 'benedice l'utilizzo dello smartphone a scuola. L'ipotesi, avanzata dal ministro dell' Istruzione, Valeria Fedeli, di introdurre nelle scuole...

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Il Vaticano 'benedice l'utilizzo dello smartphone a scuola. L'ipotesi, avanzata dal ministro dell' Istruzione, Valeria Fedeli, di introdurre nelle scuole l'utilizzo del telefonino, incaricando una commissione parlamentare di stilare le linee guida per promuovere gli apparecchi di ultima generazione a strumenti didattici, viene accolta favorevolmente dal prefetto della Congregazione per l'educazione cattolica, cardinale Giuseppe Versaldi.


Il porporato, interpellato dall'Adnkronos ai margini della presentazione della Fondazione Pontificia 'Gravissimum educationis', costituita dal Papa e del documento 'Educare all'umanesimo solidale per costruire una civiltà dell'amore a 50 anni dalla 'Populorum progressiò contenente le linee principali dell'educazione all'umanesimo solidale che saranno distribuite nelle scuole cattoliche dei vari Continenti, premette: «Lo smartphone non è un demonio. È positivo che lo si porti a scuola. Gli studenti, con l'aiuto dei docenti, potranno imparare un utilizzo critico e moderare l'uso perverso che spesso si fa di questo strumento».
«Il progresso tecnologico è importante e ha portato grossi vantaggi - annota il prefetto della Congregazione per l'educazione cattolica -. Si tratta di integrazioni, in quanto questi strumenti non danno delle risposte. Quando si diffondono nuovi strumenti c'è sempre una certa paura che possano essere negativi, ma anche nel caso dello smartphone mi pare che la scuola possa essere il luogo più adatto dove insegnare agli studenti un utilizzo critico». 


L'ipotesi dello smartphone in classe ha sollevato dubbi e perplessità degli esperti. «Penso che non si possa tenere fuori dalla scuola il telefonino - osserva Versaldi -. Questo strumento non è il demonio. Penso che i ragazzi possano apprendere l'uso critico di questo strumento proprio all'interno delle scuole. Sarà dovere dei docenti, molti dei quali sicuramente cresciuti in un'epoca lontana dalla tecnologia, apprendere e insegnare ai ragazzi ad essere più critici rispetto all'uso di questi strumenti. Perciò penso sia positivo che si porti a scuola lo smartphone. Con l'aiuto degli insegnanti, i ragazzi potranno finalmente moderare l'uso perverso». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino