Violenza incide sul Dna delle donne, cicatrici su tre geni: la ricerca

Lo studio condotto dall'Istituto superiore di sanità che lancia l'allarme sul fenomeno

La violenza subita dalle donne può incidere anche sul loro Dna, lasciando 'cicatrici molecolari' su almeno tre geni, danneggiandoli. Sono queste le principali...

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La violenza subita dalle donne può incidere anche sul loro Dna, lasciando 'cicatrici molecolari' su almeno tre geni, danneggiandoli. Sono queste le principali indicazioni contenute nello studio pilota 'Epigenetica per le donne' condotto dall'Istituto superiore di sanità (Iss) in collaborazione con l'Università di Milano e appena pubblicato su Healthcare. Lo studio era stato anticipato lo scorso novembre in occasione della Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, anche attraverso uno spot andato in onda sulle reti Rai.

Le cicatrici molecolari impresse sulle donne che hanno subito violenza, spiega l'Iss, «possono aiutarci a identificare strategie per prevenire gli effetti degli abusi, aumentare la resilienza e contrastare l'eventuale insorgenza di malattie croniche nelle donne sopravvissute alla violenza». Confrontando un campione di 62 donne che avevano subito violenza rispetto a uno di 50 che non l'aveva subita è emerso, spiegano i ricercatori, che la violenza provoca la modifica (ipermetilazione) di tre geni legati al funzionamento della memoria, dell'apprendimento e della risposta allo stress. La riduzione dell'espressione di questi geni è anche collegata alla manifestazione di almeno un sintomo di stress post traumatico.

La violenza contro le donne, ricorda l'Iss, «è un rilevante problema di salute pubblica globale e una violazione dei diritti umani: il 31,5% delle donne, tra i 16 e i 70 anni, ha subìto nel corso della propria vita una qualche forma di violenza fisica o sessuale». La pandemia da Sars-CoV-2, inoltre, ha fatto aumentare i casi di violenza rendendo ancora più urgente e necessario, conclude l'Iss, un approccio multidisciplinare per contrastare questa emergenza cronica.

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Il Mattino