A sedere intorno al tavolo per l'incontro di oggi pomeriggio sugli Stadi sicuri sarà tutto il mondo sportivo. Ma certamente chi si aspettava un'invasione di...
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MODELLO INGLESE
Sulle presenze, nulla da dire da parte di Salvini, tantomeno di Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri con delega allo Sport, che hanno fortemente voluto questa riunione dopo il Santo Stefano nero della serie A. Per loro sembra essenziale riaprire il dialogo e farlo coinvolgendo tutte le componenti. L'ipotesi sulla quale pare che Salvini stia già lavorando è quella simile al modello inglese, con più poteri agli steward, la possibilità di comminare un maggior numero di squalifiche a vita (Daspo) «per chi si macchia di episodi di violenza all'interno e fuori dagli stadi», tenendo conto di tutte le responsabilità: tifosi, dirigenti, giocatori e anche allenatori.
La strategia immaginata, però, mostra distanze parecchio evidenti tra le parti, soprattutto riguardo allo stop alle partite. Il presidente della Figc ha subito individuato la rotta scelta dal calcio: semplificare la procedura per lo stop, al momento incagliata sul doppio ruolo arbitro-responsabile ordine pubblico. L'Uefa ha richiamato l'Italia al rispetto delle procedure (per Ceferin Inter-Napoli andava sospesa), Salvini ha preso atto ma ha indicato una via diversa: sostenendo che il blocco spetta all'arbitro. Anche se ha messo l'accento sui rischi per l'ordine pubblico in caso di sospensione: «Chiudere gli stadi e sospendere le partite non è la soluzione», ha commentato. E la dichiarazione è apparsa una critica al giudice sportivo che ha sbarrato le porte del San Siro per tre giornate, Coppa Italia compresa, ed è divenuta indicazione chiara anche ai suoi uomini: la chiusura per tre mesi e il divieto di trasferta ai tifosi nerazzurri ipotizzato dal questore Cardona, «d'intesa con il prefetto Gabrielli», non è mai stata ratificata.
LINEA DURA
Nel frattempo il presidente Figc Gabriele Gravina ha convocato per questa mattina una riunione informale di tutti i partecipanti al tavolo: dovranno decidere se e in quali termini chiedere che sia più semplice fermare le partite. Gravina ha annunciato la linea dura, dalla quale difficilmente potrà recedere. Salvini, al contrario, ha chiesto di distinguere tifosi cattivi da tifosi buoni, e dunque di non punire tutti.
La risposta alla violenza è quella che più sta a cuore al Viminale (i cui dati indicano un calo di incidenti dentro gli stadi ma un aumento lontano dai campi di gioco). Anche se, a meno di un impegno vero da parte delle società, sembra difficile immaginare una soluzione al problema. Il ministro ha chiamato a presenziare «i rappresentanti del tifo sano». La Figc ha messo insieme i quattro Slo e, una volta conclusi i lavori della giornata, saranno loro a dover comunicare agli altri 98 colleghi-supporter, le novità, per poi girarle ai tifosi. La riunione è stata fissata per metà gennaio.
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Il Mattino