Sars-CoV-2 era presente in Europa già a marzo del 2019. Lo sostiene una ricerca dell’Università di Barcellona, già pubblicata, che ha analizzato le...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Coronavirus, in Italia 30 morti e 259 nuovi casi: oltre il 91% dei positivi è in isolamento domiciliare
Queste ricerche potrebbero portare a riscrivere la storia di Sars-CoV-2, rilevato a Wuhan a inizio dicembre 2019 in Cina, dove è cominciata l’emergenza sanitaria, e successivamente segnalato all’Organizzazione mondiale della sanità. Si era sempre pensato che il nuovo coronavirus fosse poi arrivato in Europa a gennaio, il caso di Codogno è di febbraio. Ormai è certo che circolasse da prima, ma lo studio dell’Università di Barcellona rischia di mettere in discussione molte certezze.
Coronavirus, bollettino Lombardia: oggi in calo positivi (156) e morti (16)
Si legge sul sito ufficiale dell’ateneo catalano: «Il lavoro, a cui hanno preso parte ricercatori del gruppo di virus enterico UB Gemma Chavarria-Miró, Eduard Anfruns-Estrada e Susana Guix, guidati da Rosa Maria Pintó e Albert Bosch, fa parte del progetto di sorveglianza sentinella SARS -CoV-2. Sebbene COVID-19 sia una malattia respiratoria, è stato dimostrato che nelle feci si trovano grandi quantità del genoma del coronavirus che successivamente raggiungono le acque reflue».
Coronavirus, bollettino Lombardia: oggi in calo positivi (156) e morti (16)
Ancora: «I ricercatori hanno analizzato alcuni campioni congelati tra gennaio 2018 e dicembre 2019 con il sorprendente risultato della presenza di genomi SARS-CoV-2 a marzo 2019, molto prima della notifica di qualsiasi caso di COVID-19 in tutto il mondo». «Tutti i campioni sono risultati negativi per la presenza di genomi SARS-CoV-2 ad eccezione del 12 marzo 2019, dove i livelli di SARS-CoV-2 erano molto bassi ma chiaramente positivi per la PCR e, in più, usando due obiettivi diversi. Barcellona riceve molti visitatori per motivi turistici o professionali - continua Albert Bosch - ed è più che probabile che si sia verificata una situazione simile in altre parti del mondo. Poiché la maggior parte dei casi di COVID-19 mostra sintomi simil-influenzali, il primo avrebbe dovuto essere mascherato da casi di influenza non diagnosticata».
Virus, 10 focolai in Italia da Mondragone a Como. Crisanti: «Rischi nuovi lockdown locali»
Commenta il professor Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive dell'ospedale San Martino di Genova: «In Liguria abbiamo dimostrato che già a dicembre c'erano persone che avevano sviluppato gli anticorpi. In questo caso, a Barcellona, si parla di altro, di acque reflue con tracce di virus, per cui bisogna essere molto prudenti. Serve grande cautela, ma certo è un dato interessante». Prudente anche il professore Pierluigi Lopalco: «Mi pare molto strano, suggerisco cautela».
USA, fiducia consumatori Università Michigan rivista al ribasso Leggi l'articolo completo su
Il Mattino