Virus respiratorio sinciziale, a Roma picchi di ricoveri tra i bambini piccoli: cos'è e come si cura

Preoccupa perché è tra le cause di bronchioliti e polmoniti che, specie per i più piccini, può portare i genitori a chiedere aiuto al pronto soccorso

Virus respiratorio sinciziale
A Roma è boom di bimbi affetti da Vrs, il virus respiratorio sinciziale. E, rispetto ai due anni di restrizioni per il contenimento dei contagi da Covid-19 (che hanno...

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A Roma è boom di bimbi affetti da Vrs, il virus respiratorio sinciziale. E, rispetto ai due anni di restrizioni per il contenimento dei contagi da Covid-19 (che hanno contenuto anche le diffusioni degli altri virus che si trasmettono attraverso le droplet) questa volta la crescita si vede in modo esponenziale in tutta la Capitale oltre che nell'intera penisola. Le pediatrie sono in affanno per le infezioni dei virus respiratori dei più piccoli, specie per questo genere di bronchioliti.

Cos'è il Vrs?

Si tratta di un virus a Rna che di fatto è la più comune causa di infezione delle basse vie aeree nei bimbi con meno di cinque anni. Preoccupa perché è tra le cause di bronchioliti e polmoniti che, specie per i più piccini, può portare i genitori a chiedere aiuto al pronto soccorso. E non è detto che non si venga reinfettati di nuovo.

La condizione romana

La situazione della Capitale è critica perché ci sono giorni di forte congestione dei reparti di pronto soccorso e, nelle specialistiche pediatriche, in questi giorni larga parte dei casi fa il triage proprio per fenomeni che riconducono a queste sindromi para-influenzali. Situazione abbastanza complessa è al Policlinico Umberto I: la totalità dei ricoveri pediatrici è dovuto a infezioni respiratorie. In 9 casi su 10, spiega Fabio Midulla, responsabile del reparto di pediatria d'urgenza dell'ospedale, si tratta di bronchioliti da Vrs. “Nel 10% dei casi richiedono il ricovero in terapia intensiva pediatrica”, aggiunge.

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La Sip, la Società italiana di pediatria, proprio per questo punta il dito sulle terapie intensive pediatriche, che sarebbero sottodimensionate nel Paese. Secondo una loro analisi, ci sono circa 3 letti dedicate alle cure intense per bambini ogni milione di abitanti. Circa la metà di quelle del Regno Unito e un terzo di Austria, Svizzera, Germania o Usa.

«Assistere i bambini in unità di terapia intensiva dedicate significa migliorare la prognosi rispetto a coloro che vengono ricoverati in terapie intensive per adulti. Questo è tanto più vero quanto il bambino è più piccolo e più grave. Le Tip sono infatti tarate sui bambini e hanno un'elevata specificità non solo dei device, ma anche delle competenze del personale», afferma la presidente della Sip, Annamaria Staiano.

 

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Il Mattino