Senza pudore. La casta dei tremila ex consiglieri regionali minaccia di «resistere in giudizio ovunque» se saranno toccati i vitalizi d’oro. Cioè assegni di migliaia di euro...
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Ignoranti e malvagi sarebbero i giornali che hanno sollevato il caso, come Il Mattino, e soprattutto gli attuali consiglieri regionali di Lombardia, Molise e Lazio i quali - non godendo più per se stessi dei vitalizi perché aboliti per legge per chi è entrato in carica dopo il 2012 - hanno tagliato gli assegni degli ex. Le altre Regioni, Campania compresa, potrebbero seguire a ruota, per cui le associazioni regionali degli ex consiglieri hanno deciso di passare al contrattacco.
Si sono riuniti a Roma in assemblea e hanno votato all’unanimità una risoluzione che grida alla lesa democrazia e si appella «per opportuna conoscenza e dovuto riguardo, essendo noi uomini e donne delle istituzioni, al Capo dello Stato, ai Presidenti del Senato e della Camera dei Deputati, al Presidente del Consiglio dei ministri e al Presidente della Corte Costituzionale».
Incuranti della crisi che vivono i tanti italiani non appartenenti al piccolo mondo dei privilegiati, gli ex Consiglieri difendono sia il favore di aver potuto beneficiare di assegni vitalizi spesso già da cinquantenni, sia il privilegio di aver potuto cumulare tale benefit con quello di parlamentare, sia soprattutto il fatto che l’assegno incassato è in genere 4-5 volte più ricco rispetto a quanto spetterebbe monetizzando la trattenuta sull’indennità mensile. In Campania - e non è la Regione più generosa - con cinque anni di contributi versati ci si assicura 2.500 euro lordi al mese, con diritto di reversibilità gratuito. In Puglia con due consiliature, cioè dieci anni di attività, si arriva a 7.000 euro lordi al mese.
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