Roma, i carabinieri ritrovano 19 volumi degli ebrei razziati dai nazisti

Roma, i carabinieri ritrovano 19 volumi degli ebrei razziati dai nazisti
Pagine logorate dal tempo, con i profili della carta a tratti anneriti. Si leggono i titoli sui frontespizi, "Delle scuole sacre degli Ebrei", "Meditazioni del...

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Pagine logorate dal tempo, con i profili della carta a tratti anneriti. Si leggono i titoli sui frontespizi, "Delle scuole sacre degli Ebrei", "Meditazioni del battesimo", "L'enigma della Genesi", ma anche "Nel felicissimo passaggio di sua Altezza Madama Isabella Infanta di Spagna sposa l'Arciduca Giuseppe d'Austria". Volumi dal 1723 al 1942. Sono in tutto 19 esemplari. Tornano a Roma, una piccola grande parte dei volumi antichi di argomento ebraico razziati dai nazisti nel Ghetto di Roma tra il 30 settembre e il 4 dicembre 1943.


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Una storia che affonda le radici nel sistematico censimento che gli ufficiali nazisti fecero all'interno del patrimonio della comunità ebraica di Roma, e che portò alla storica sottrazione dalla biblioteca e dal Collegio rabbinico ben 7005 volumi ancora tutti da recuperare. La restituzione dei 19 volumi, sottratti a famiglie ebree di Roma, è stata al centro, oggi, della cerimonia della firma della convenzione tra la Comunità Ebraica e il Comando dei carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale, finalizzato ad una collaborazione mirata alla ricerca sui beni ebraici sottratti negli anni bui dell'ultimo conflitto bellico. All'ombra della Sinagoga, oggi, protagonisti del protocollo, il generale del Comando Roberto Riccardi e la presidente della Comunità Ruth Dureghello. Con loro, il generale dell'Arma dei carabinieri Giovanni Nistri, il Presidente della Fondazione per il Museo Ebraico di Roma Alessandra Di Castro, il sottosegretario ai beni culturali Ana Laura Orrico, il direttore generale degli Archivi Anna Maria Buzzi e il ditegli Uffizi Eike Schmidt.

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Che storia hanno i 19 volumi restituiti?
«I volumi vennero sottratti dai nazisti a famiglie ebree tra il settembre e il dicembre del 1943, ma non lasciarono mai il territorio italiano. Vennero recuperati negli anni della Guerra da Rodolfo Siviero, poi rimasti negli archivi - racconta Riccardi - Solo grazie ad un lavoro di catalogazione sono stati identificati. Siviero è un personaggio emblematico per la storia del patrimonio italiano trafugato dal nazismo. Era l'agente segreto italiano operativo in Germania già quando eravamo alleati, poi dopo l'8 settembre attivo sul territorio italiano. L'antesignano del nostro nucleo operativo per la tutela del patrimonio, il monument man italiano. Recupero' circa 3000 opere tra cui Discobolo Lancellotti oggi a Palazzo Massimo». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino