Pagine logorate dal tempo, con i profili della carta a tratti anneriti. Si leggono i titoli sui frontespizi, "Delle scuole sacre degli Ebrei", "Meditazioni del...
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Prime carte archivi vaticani: «Pio XII aiutò gli ebrei». Il rabbino capo di Roma: «Si riveleranno un boomerang»
Una storia che affonda le radici nel sistematico censimento che gli ufficiali nazisti fecero all'interno del patrimonio della comunità ebraica di Roma, e che portò alla storica sottrazione dalla biblioteca e dal Collegio rabbinico ben 7005 volumi ancora tutti da recuperare. La restituzione dei 19 volumi, sottratti a famiglie ebree di Roma, è stata al centro, oggi, della cerimonia della firma della convenzione tra la Comunità Ebraica e il Comando dei carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale, finalizzato ad una collaborazione mirata alla ricerca sui beni ebraici sottratti negli anni bui dell'ultimo conflitto bellico. All'ombra della Sinagoga, oggi, protagonisti del protocollo, il generale del Comando Roberto Riccardi e la presidente della Comunità Ruth Dureghello. Con loro, il generale dell'Arma dei carabinieri Giovanni Nistri, il Presidente della Fondazione per il Museo Ebraico di Roma Alessandra Di Castro, il sottosegretario ai beni culturali Ana Laura Orrico, il direttore generale degli Archivi Anna Maria Buzzi e il ditegli Uffizi Eike Schmidt.
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Che storia hanno i 19 volumi restituiti? «I volumi vennero sottratti dai nazisti a famiglie ebree tra il settembre e il dicembre del 1943, ma non lasciarono mai il territorio italiano. Vennero recuperati negli anni della Guerra da Rodolfo Siviero, poi rimasti negli archivi - racconta Riccardi - Solo grazie ad un lavoro di catalogazione sono stati identificati. Siviero è un personaggio emblematico per la storia del patrimonio italiano trafugato dal nazismo.
Il Mattino