"Vorrei una legge che.." scuola di Terzigno vince il concorso promosso dal Senato

Un premio alla quinta A del plesso Bifulco

I bambini vincitori del premio
Una legge che faccia strada alle donne, sia sul piano sostanziale (con più spazio in politica e nella società), sia a livello formale, con un numero maggiore di vie...

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Una legge che faccia strada alle donne, sia sul piano sostanziale (con più spazio in politica e nella società), sia a livello formale, con un numero maggiore di vie cittadine dedicate a loro. Con questa proposta la  Quinta A della direzione didattica “San Domenico Savio” di Terzigno, plesso viale Bifulco, ha vinto il concorso nazionale "Vorrei una legge che.." giunto alla XV edizione.

Coadiuvati dalle docenti Maria Gabriella De Felice, Alessia Caldarelli, Marilisa Giordano (referente per la legalità della scuola terzignese) e Maria Neve Giugliano, i ragazzi e le ragazze hanno illustrato la loro proposta di legge, molto apprezzata dal senatore questore Gaetano Nastri.

L'area di intervento individuata è stata l'odonomastica. Dall'analisi dei dati riferibili prima al territorio locale, poi a quello regionale e ancora a quello nazionale, è emerso un fortissimo squilibrio a sfavore delle donne nel rapporto tra strade intitolate a figure maschili e strade intitolate a figure femminili.

Consapevoli della quasi impossibilità di rinominare le strade e le piazze, gli alunni, guidati dalle loro docenti, hanno saputo trovare un'alternativa per ridurre il divario e dare il giusto riconoscimento a grandi donne che si sono distinte nel campo della cultura, dell'arte e della politica. La proposta - al pari di quelle delle altre scuole- fornirà spunto per il futuro iter legislativo. Gli  alunni si sono seduti negli scranni di Palazzo Madama, insieme alle loro maestre e alla dirigente scolastica Emilia Marone e, nei giorni successivi, hanno anche ricevuto i complimenti dell’amministrazione comunale nel corso di una manifestazione con il sindaco Francesco Ranieri, il vicesindaco Genny Falciano e l’assessore Gaetano Miranda.

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Il Mattino