Voto in Sicilia, test per l'Italia: Allarme M5s: pericolo brogli

Voto in Sicilia, test per l'Italia: Allarme M5s: pericolo brogli
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PALERMO. A naso, c'è più ottimismo dalle parti del centrodestra, nell'ultimo giorno di campagna elettorale, che da quelle dei grillini. Il cui candidato, Cancelleri, dicendo che «è un'anomalia che lo spoglio dei voti avvenga dopo molte ore dalla chiusura dei seggi», sembra mettere le mani avanti alludendo magari a possibili brogli. Ma Grillo è Grillo e tuona davanti al Teatro Massimo: «Noi rappresentiamo la rabbiaaaa!».


C'è ansia da ultima prestazione prima del grande verdetto, che non è solo regionale ma anche nazionale, nel fronte del Movimento Cinque Stelle. E infatti i big romani, più Casaleggio junior, sono tutti qui schierati: da Di Maio a Dibba. Che annuncia alla piazza: «Appena Cancelleri va al governo cancella i vitalizi a tutti e soprattutto a Cuffaro e Lombardo». Intanto Berlusconi è andato via, e il candidato del centrodestra Musumeci passa tranquillamente le ultime ore di propaganda nel suo paese, Militello. Spargendo ottimismo: «Faremo la nostra Sicilia ancora più bella». Spinge perché tanta gente vada a votare, anche se gli esperti dicono che più saranno i votanti e più può crescere il voto grillino.

Di Maio dalla piazza palermitana grida che Cancelleri rappresenta «la Sicilia onesta», e il centrodestra «è una banda di galeotti, che si sentono intoccabili». E Grillo applaude e incalza: «Via i ladri e i malfattori». Quando Musumeci, con il suo pizzo alla Italo Balbo sente da lontano queste parole, s'arrabbia: «Se la partita è sull'onestà, a me basta pronunciare questa parola una volta sola e non tre volte. Perché tutti conoscono la mia onestà».
E su Cancelleri, dal suo paesino catanese Musumeci ripete: «Ma lui si scanta» (cioè ha paura). E respinge ogni possibile confronto personale e politico con il candidato grillino: «Ma cu è?». Non è nessuno insomma. Ma Cancelleri e Grillo da Palermo: «I nostri avversari odiano noi e questa terra, ora basta con i distruttori che ancora chiedono i voti con i loro metodi da impresentabili». «Abbasso la mafia!», grida la piazza. Anche se gli impresentabili sono spuntati alla fine anche nelle liste grilline.

Ma ecco anche il Pd. O meglio: la mestizia del Pd. Viaggia con Micari sul vecchio traghetto Messina-Villa San Giovanni e ritorno (a rimarcare la mancanza di infrastrutture) e poi si sposta sul luogo (un sacrario anti-mafia) dove fu ucciso don Pino Puglisi a Palermo e c'è anche Leoluca Orlando, a sua volta in vesti insolitamente meste ma non per il luogo visitato quanto per le scarse chance di successo del centrosinistra in queste regionali.
Occhio a chi è arrivato a Palermo, Pier Luigi Bersani. A sostegno di Claudio Fava. L'ex segretario dem, quello che avrebbe voluto fare con i grillini un «governo di cambiamento» dopo le elezioni del 2013, incontra per caso, ai Quattro Canti, Dibba e Di Maio che fanno una pedalata propagandistica. Baci e abbracci. E nel caso dovesse vincere il grillino Cancelleri, Mdp non gli farà mancare il suo aiuto in assemblea regionale. «Ma noi non spartiamo poltrone», avverte Cancelleri, anche se sa benissimo che la non ostilità post-elettorale dei bersaniani avrà un prezzo, tanto che già da giorni tra i bersaniani si parla di una entente cordiale e voto disgiunto nell'isola.


Il feeling bersaniani-grillini è rispuntato proprio alla fine. I giorni scorsi, per rubare voti ai 5Stelle, Fava è stato il più duro nella polemica sugli impresentabili 5 stelle. Ma in queste ultime ore, i due partiti sanno che nel caso dovranno fare fronte comune. E comunque Grillo fa mostra di ottimismo assoluto: «Ora tocca a noi! E nel caso dovesse toccare agli altri, allora la Sicilia avrà detto a se stessa che si odia e vuole continuare a distruggersi da sola». Anche perchè grida: «Chi siete voi siciliani? Chi siete voi? Avete avuto tutto, l'intelligenza, la profondità di Pirandello, la cattiveria di Riina, il senso del potere di Provenzano. Siete autonomi o no, siete stati liberati o no, è 100 anni che vi prendono per il culo, ora basta». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino