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È perciò emerso come ben 54 campioni di Dna di ignoto 1 esistano ancora, ben utilizzabili, in provetta: una novità che smentisce quanto scritto nelle motivazioni della sentenza d’appello della Corte d’Assise di Brescia, che diceva invece che non c’erano più campioni di materiale genetico.
«Se il Dna c’era ancora ed era a disposizione, com’è possibile che il presidente della Corte d’Assise Enrico Fischetti abbia scritto che era esaurito?», si è chiesto Claudio Salvagni, uno dei difensori di Bossetti. «Anche la Cassazione ha fatto sue le conclusioni dei giudici definendo ininfluente la possibilità che il Dna esistesse ancora. Il documento, secondo Salvagni, è sufficiente per chiedere la revisione del processo. Dimostra che in una sentenza la Suprema Corte ha scritto il contrario della verità». Leggi l'articolo completo su
Il Mattino