E' riapparsa oggi agli occhi del mondo per un dichiarazione letta di fronte a una telecamera dell'agenzia britannica Reuters: poche e misuratissime parole con le quali ha...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 3 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Dopo aver annunciato, un pò a sorpresa, di voler tornare in Russia: ma non ora, più in là, in un futuro imprecisato, ha raccontato di essersi «svegliata dopo 20 giorni di coma» e di aver avuto «la notizia di essere stata avvelenata». Mentre ha definito «scioccante il fatto che sia stato usato un agente nervino» (secondo gli investigatori britannici una micidiale tossina di tipo Novichok sperimentata a suo tempo nei laboratori dell'ex Urss) contro di lei e contro il padre Serghiei Skripal: 66enne colonnello a riposo dell'intelligence militare di Mosca (Gru) rifugiatosi in Inghilterra nel 2010 dopo esser stato condannato in patria per essersi messo negli anni '90 al servizio dell'MI6 britannica e in seguito graziato. In abito estivo, con i capelli in ordine e il volto apparentemente rilassato, a tratti attraversato da un accenno di sorriso, la donna ha evitato con cura qualunque accusa, sospetto o considerazione politica.
Ha parlato di «un recupero estremamente lento e penoso» sia per lei, dimessa il 9 aprile, come ha confermato, sia per il padre, uscito dall'ospedale la settimana scorsa, fra terapie «invasive, dolorose e deprimenti». «Abbiamo bisogno di tempo per rimetterci e per accettare tutto ciò che ci è capitato», ha proseguito, invocando ora tranquillità e rispetto della privacy. Quanto ai due Paesi coinvolti a colpi di espulsioni, sanzioni e recriminazioni incrociate nel pesantissimo scontro diplomatico aperto dalla vicenda - Russia e Regno Unito - Yulia Skripal si è limitata a citarli en passant. Rivolgendosi ai britannici ha espresso soltanto profonda «gratitudine al meraviglioso e gentile staff del Salisbury Hospital» per le cure ricevute, nonché a «tutti coloro» che hanno prestato soccorso «il giorno dell'attacco».
Indirizzandosi alle autorità russe - che dopo la sua scomparsa avevano denunciato il sospetto di una sorta di «sequestro di persona» da parte di Londra, ora apparentemente fugato - ha invece fatto sapere di «sperare di tornare a casa» nel suo Paese «più avanti nel tempo». «Sono grata per le offerte di assistenza dell'Ambasciata russa, ma al momento non ancora pronta ad avvalermene», ha puntualizzato, sottolineando di parlare pure a nome del genitore.
Il Mattino