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È stata colpita con quasi venti fendenti, sul torace, alle spalle, sul collo, sulla schiena. Addirittura in faccia: una parte delle coltellate che hanno ucciso Michelle Maria Causo, sferrate dal suo amico diciassettenne con la passione per la musica trap e ora in carcere con l’accusa di omicidio, hanno sfigurato il volto della ragazzina. Le altre hanno lesionato il cuore, i polmoni, le arterie. Una violenza inaudita, che emerge dall’ordinanza di arresto, ma anche dai primi risultati dell’autopsia. «È stato una bestia», racconta chi indaga. Per il gip il carcere è l’unica misura possibile: il «pericolo di recidiva» è considerato alto, così come quello di fuga. «Il padre dell’indagato abita all’estero e lui potrebbe raggiungerlo», scrive infatti il magistrato nell’ordinanza. La stessa cosa vale per altri parenti che si trovano fuori dall’Italia: il padre è capoverdiano, mentre la madre è originaria dello Sri Lanka.
RISCHIO REITERAZIONE
È anche possibile che il diciassettenne uccida di nuovo, se lasciato in libertà. A colpire il giudice è l’efferatezza del delitto.
IL SACCO
L’ha guardata agonizzare sul pavimento dell’appartamento di via Dusmet, a Primavalle - dove lui viveva con la madre -, poi è sceso in strada, ha recuperato un carrello della spesa e lo ha messo accanto al portone del palazzo. Ha infilato il corpo di Michelle in un sacco dell’immondizia, l’ha trascinato giù per le scale, l’ha infilato nel carrello e l’ha abbandonato accanto a una fila di cassonetti. Per questo motivo, oltre all’omicidio aggravato dall’avere agito in danno di una minorenne, e oltre all’accusa di occultamento di cadavere, la pm minorile Anna Di Stasio ha contestato al diciassettenne anche il vilipendio di cadavere: il corpo senza vita è stato smaltito come un rifiuto, la motivazione.
Per i risultati dell’autopsia, effettuata all’istituto di medicina legale della Sapienza dal dottor Gerardo Di Masi, ci vorrà ancora tempo. Ma dai primi rilievi è emersa tutta la violenza usata: i colpi sono stati tantissimi. Il primo potrebbe essere stato sferrato alla schiena e Michelle non avrebbe avuto il tempo di difendersi.
I SEGNI
Un altro dato è indicativo della violenza dei fendenti: sulle mani del diciassettenne sono state trovate delle escoriazioni compatibili con l’impugnatura del coltello usato per l’omicidio. Da chiarire, invece, il movente: il giovane ha raccontato che la ragazzina gli aveva portato «qualche canna», lui non aveva i soldi per pagarla e lei si è infuriata. Michelle avrebbe iniziato a insultarlo e a minacciarlo, e lui l’avrebbe colpita. Un’amica di Michelle, presente ieri alla fiaccolata organizzata in ricordo della vittima, ha parlato di un debito più consistente: almeno 1.500 euro. Ma si tratta di una motivazione che, secondo gli inquirenti, è comunque troppo debole per giustificare l’efferatezza del delitto. Informazioni importanti arriveranno dall’analisi dei cellulari dei due ragazzi.
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