Il destino degli oggetti smarriti in aeroporto

Qui a Napoli persino gli oggetti lasciati in strada in attesa della nettezza urbana sembrano raccontare una storia

Il destino degli oggetti smarriti in aeroporto
Se hai preso un aereo, conosci la procedura. Arrivi ai controlli, togli la giacca, la cinta, a volte le scarpe e qualsiasi altra cosa possa far scattare il body scanner, cellulare...

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Se hai preso un aereo, conosci la procedura. Arrivi ai controlli, togli la giacca, la cinta, a volte le scarpe e qualsiasi altra cosa possa far scattare il body scanner, cellulare compreso. Una separazione breve il più delle volte; altre, però, questi oggetti vengono dimenticati per distrazione o fretta o magari succede in seguito. Chissà come è nata la sorte degli oggetti smarriti all'aeroporto di Capodichino e oggi all'asta. Tra gli oggetti dimenticati tablet, cellulari, smartwatch, cuffie, lettori ebook, Nintendo switch, fotocamere, computer, 332 paia di occhiali, 296 orologi, 74 cinture, borsette, zaini, trolley, altri bagagli, pezzi di abbigliamento, passeggini, bigiotteria, gioielli d'argento e oro. Fin qui, tutto nella norma. Ma si può trovare anche un drone, dei sandali gialli con tacco a spillo, una piastra per capelli, una guida della Turchia, un souvenir di Parigi, un gioco di Masha e Orso, un flaconcino di aceto balsamico di Modena.

«Gli oggetti son cose che non dovrebbero commuovere, poiché non sono vive (...) E a me, mi commuovono, è insopportabile», scriveva Sartre ne “La Nausea”; altrove, Böll dava voce a una stoviglia, facendola parlare ne “Il destino di una tazza senza manico”. Forse perché a Napoli persino gli oggetti lasciati in strada in attesa della nettezza urbana sembrano raccontare una storia, immagino quella degli oggetti smarriti all'aeroporto internazionale di Napoli: perduti, dimenticati, e già pronti a un nuovo inizio, una nuova avventura. 

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Il Mattino