Se la metropolitana di Napoli può cancellare antichi pregiudizi

L'ultimo muro che va giù verso l'aeroporto di Capodichino

L'abbattimento dell'ultimo diaframma della galleria da piazza Di Vittorio
Napoli cambia, ma stavolta non succede nel centro storico dove è più facile imbattersi in turisti col cappuccino a pranzo che in un napoletano col caffè; il...

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Napoli cambia, ma stavolta non succede nel centro storico dove è più facile imbattersi in turisti col cappuccino a pranzo che in un napoletano col caffè; il mutamento è sotterraneo, ne parla più il giornale che la signora al mercato: è la Linea 1 della metropolitana, l'ultimo muro che va giù verso l'aeroporto di Capodichino, gli ultimi chilometri per chiudere il cerchio. L'hanno aperto, sulla carta, un'era burocratica fa, con più pause di un concerto di musica sperimentale, la classica nota stonata dei fondi. Eppure, col tempo e da una prospettiva che in certi tratti ha più curve e pendenze della Costiera Amalfitana, nonostante imprevisti degni di un racconto di Kafka, il metrò che, più o meno puntualmente, collega Piscinola, Vomero, centro storico e stazione centrale, è entrato nella nostra routine. E i napoletani, tanto devoti alla sacra arte del traffico caotico, si sono scoperti pendolari. Questo ha modificato il nostro muoverci nella città, l'ha resa più praticabile e raggiungibile.

Succederà lo stesso con le nuove fermate in area nord? Miano, Regina Margherita, Secondigliano e Di Vittorio sono state relegate per molto tempo a quasi Napoli. E, mentre una bella fetta di Napoli si smarrisce nella folla turistica e perde residenti, sarà un treno a cancellare definitivamente gli ultimi pregiudizi sulla periferia. Di più. In una bella passeggiata sotterranea di 4,1 chilometri, potremmo sorprender 

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Il Mattino