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Che fare dunque? Tentare di appassionarsi ugualmente alla competizione struggendoci dentro di noi perché alla fine noi non ci siamo o disinteressarsi totalmente della faccenda concentrando gli sforzi di attenzione sul monitoraggio ventiquattro ore su ventiquattro dell'account Twitter di De Laurentiis per vedere se ha comprato qualche giocatore? L'ideale sarebbe allora seguire la competizione, individuare le squadre in cui giocano i tesserati napoletani e tifarle come se fossero la nostra nazionale.
Dal momento che i napoletani in trasferta russa saranno cinque (Milik, Zielinski, Koulibaly, Mertens e Mario Rui) ne deriva che la scelta è tra Polonia, Senegal, Belgio e Portogallo. Per par condicio le si potrebbe tifare tutt'e quattro oppure, facendo una scelta più ideologica legata a motivazioni politiche e microeconomiche, prediligerne una soltanto, tipo il Senegal per manifestare solidarietà ai migranti e far vedere a Jovanotti come si canta O Scarrafone di Pino Daniele, oppure il Portogallo nella speranza che Cristiano Ronaldo si innamori calcisticamente di Mario Rui e si convinca ad abbandonare le meringhe per approdare alle più appetitose sfogliatelle. Diversamente, per un fatto di riconoscenza, si potrebbe sostenere il Belgio per dimostrare a Mertens che se lui può diventare Ciro noi possiamo diventare Dries oppure si potrebbe temporaneamente acquistare la cittadinanza polacca per manifestare ad Arek e Piotr tutta la nostra gioia per il fatto che dopo due anni di panchina finalmente giocano da titolari. Come si vede, stavolta manca l'Argentina, storicamente considerata dai napoletani di fede ortodossa come la prima e unica Nazionale per cui fare il tifo. La ragione è semplice: se poi segna Higuain, come la mettiamo nome? Siamo certi che Maradona capirà e perdonerà. Del resto, è o non è D10s? Leggi l'articolo completo su
Il Mattino